Politica

"Lady Fratoianni” si cucca il seggio. Trentamila euro per la coppia proletaria

Di Giuseppe Vatinno

Elisabetta Piccolotti ripescata in extremis

Seggio di Lecce alla Camera per Elisabetta Piccolotti, moglie di Nicola Fratoianni

 

E alla fine Elisabetta Piccolotti, più nota come “moglie di Fratoianni”, ce l’ha fatta e si è cuccata il seggio di Lecce alla Camera. Inizialmente era scattato il seggio di Bari (e quindi lei era fuori) ma poi i riconteggi per i soliti pasticci burocratici che affliggono ogni elezione e in particolare questa hanno favorito la favorita che appunto è moglie del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.

Notare come la signora sia nata a Camerino, nelle Marche e con la Puglia non c’entri nulla.

La Piccolotti era stata al centro delle polemiche estive quando la sua candidatura era stata duramente contestata sia politicamente sia sui media.

Lady Piccolotti” – come era stata subito chiamata - aveva cercato di glissare e di far passare nell’ombra la manovra ma la vicenda era poi comunque venuta alla luce. A quel punto la Piccolotti si era rifugiata in corner con il solito e sovietico “decide il partito” - che poi sono lei e suo marito - visto il suo ruolo di coordinatrice della segreteria nazionale di SI mentre il consorte è il segretario.

Insomma, una cosa tutta in famiglia perché la coppia non ha voluto giustamente interrompere il sodalizio che ha nella vita a Montecitorio. Peccato che sia pagato lautamente con i soldi pubblici di tutti gli italiani.

Naturalmente lungi l’idea che la Piccolotti sia stata favorita. Si tratta comunque una “compagna” di provata esperienza a cui i lavoratori, i soviet rossi delle Marche per l’occasione trasferiti in Puglia, delegano la massima fiducia. Ci mancherebbe.

Il suo esordio politico in Tv è stato due settimane fa, quando era ancora ballerina, non nel senso della danza, ma in quello che appunto non si sapeva se sarebbe entrata e l’Italia e le principali ambasciate europee erano in trepida attesa. Disse allora: “sulle bollette la Meloni è omertosa”. Frase sibillina di cui non si capisce il significato, ma sicuramente sarà profondo e affonderà le sue radici nel materialismo storico.

Dicevamo che alla fine la signora Fratoianni è passata e così la coppia proletaria si cuccherà sui trentamila euro netti al mese più prebende e pensioni. Mica male per chi proclama ai quattro venti che il denaro e lo sterco del diavolo.

Ma si sa che questo è un comportamento assai diffuso nella sinistra al caviale mondiale in generale e italiana in particolare.

Anzi, è stata proprio questa contraddizione a farle perdere completamente di credibilità tra i poveri e i lavoratori che dovrebbero rappresentare e che invece hanno votato Fratelli d’Italia.

Il caso di Roma è particolarmente significativo: Il Pd ha vinto solo ai Parioli, quartiere bene di Roma, mentre ha perso in tutte le periferie dove c’è disagio sociale e povertà. FdI ha fatto esattamente il contrario e ancora Enrico Letta si chiede dove ha sbagliato.

La realtà è che proprio gli operai, i poveri, gli “ultimi” hanno votato Giorgia Meloni sfarinando letteralmente il consenso ai “finti amici del popolo”, come li avrebbe chiamati Lenin.

Si tratta di social opportunisti ben noti nella storia patria.

Nella destra, giova ricordarlo, ha vinto invece la “dottrina Rauti” e cioè quella dello “sfondamento a sinistra” che fu teorizzata dall’ex segretario del Msi Pino, un intellettuale lucido e avanti sui tempi.

Un appunto poi riguarda il solito vittimismo delle femministe di sinistra che ogni volta che si trovano davanti ad una difficoltà invece di combattere con le proprie forze si rifugiano nel solito mantra del maschilismo. Infatti la Piccolotti, durante le polemiche per la sua candidatura, aveva detto di non voler essere chiamata “moglie di Fratoianni” perché lei i suoi meriti politici ce l’aveva. L’uscita provocò una fragorosa risata visto che la signora era una perfetta sconosciuta e aveva avuto solo un poco di luce riflessa dal marito. Una piccola fiammella però che l’ha proiettata a Montecitorio a sperimentare le bellezze (e i lauti guadagni) della “politica di coppia”.