Politica
Fazio-Damilano, pronta la trombata: ore contate per la sinistra in Rai
"Che tempo che fa" e "Il Cavallo e la torre" sono due esempi di come il giornalismo sfrutti la televisione pubblica italiana per veicolare messaggi politici
È un gattone grasso e ben pasciuto che si è piazzato sul divano pubblico ma non ha mai fatto l’interesse pubblico ma solo quello del suo protettore politico e cioè il Partito Democratico. Il tipo si è montato la testa e negli anni è arrivato anche a intervistare Obama e il Papa perché qualcuno glielo ha permesso.
Senza contare che si porta dietro una comica sfiatata e invecchiata, Luciana Littizzetto, la cui antipatia ha provocato un aumento della polvere nelle magioni di tutta Italia perché nessuno vuole più comprare gli spolverini che invano lei si ostina a reclamare. Caratterizzata da un umorismo acido allo yogurt barricato, ce l’ha con l’intero globo, per l’occasione terracqueo e accompagna le sue stese gambali con continue battutine a sfondo sessuale e ammiccante che non farebbero ridere più neppure una suora di clausura.
Per Damilano il discorso è diverso. Si tratta di un intellettuale d’area - e quindi in un certo senso è più pericoloso - perché riesce a veicolare esattamente quello che vuole veicolare e che magari qualcuno gli suggerisce di veicolare. Lo fa da intellettuale cattolico, ma gramsciano nazionalpopolare, e forse anche in buona fede, crede alla supremazia della cultura nella costruzione del morettiano Sol dell’avvenire.
Tuttavia, sia pur meno esposto di Fazio, anche lui esagera in zelo. La gente si chiede perché mai dopo le sue dimissioni da direttore de L’Espresso il Soccorso Rosso gli abbia dovuto trovare un posto lautamente pagato nella tv pubblica che è fatta con i soldi di tutti.