Politica
Fdi e Lega del Veneto contro il loro governo. "Basta trivelle, danni enormi"
I sindaci si oppongono alla decisione dell'esecutivo: "Il Delta del Po non ha il fondale roccioso della Croazia, rischiamo grosso. E' un territorio alluvionale"
Il Veneto di cdx si ribella: "Basta, portiamo le ferite di 30 anni di scavi"
Il governo Meloni, oltre ad affrontare le polemiche da parte dell'opposizione sulle questioni legate ai migranti e ai rave party, adesso deve fare i conti anche con il "fuoco amico". Il Veneto, per voce di diversi sindaci e assessori di centrodestra, si ribella alle trivelle. Alla politica locale - si legge sul Corriere Veneto - di veder, letteralmente, "sprofondare il sogno" (oltre che gli abitanti) non va proprio giù. E pazienza se a decidere di riaccendere le trivelle è un governo amico. "Qui si tratta di stabilire le priorità. - ragiona Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Cultura della Lega - Il tema dell’autosufficienza energetica ha il suo rilievo ma non bisogna far danni sull’onda dell’urgenza. Io non sono un signor no, mai, ma questa per noi è questione di vita o di morte". In Polesine la politica, largamente di destra, non parla d’altro da giorni.
Corazzari - prosegue il Corriere Veneto - è leghista ma oggi è decisamente prima polesano. Il senatore Bartolomeo Amidei è di FdI ed è sulla stessa linea del collega. "Sono nato e vivo a Loreo, vicino ad Adria. Zone in cui i pozzi metaniferi erano praticamente in centro al paese. Degli oltre 30 anni di estrazioni portiamo ancora le ferite". Amidei si dichiara "a favore delle trivellazioni" ma sull’area del Delta del Po proprio no. "Non possiamo paragonarlo alla Croazia con i suoi fondali rocciosi - continua Amidei - il Delta è un territorio alluvionale, torboso in cui la subsidenza si verifica già naturalmente. I danni enormi, però, li hanno fatti i decenni di estrazioni".