Politica

Federica Gasbarro, la cocca di Di Maio attaccata dal gruppo Fridays for future

Di Giuseppe Vatinno

Per la “Greta de noantri” è arrivata pronta e lesta una sonora mazzata che getta ombre sulla legittimità del suo ruolo

Federica Gasbarro, cocca di Di Maio, "approfitta degli spazi concessi per accrescere la sua immagine personale e dare una visione edulcorata delle proteste”

Luigi Di Maio non aveva finito di crogiolarsi per la candidatura strumentale di Federica Gasbarro, la “Greta de noantri”, che è arrivata pronta e lesta una sonora mazzata che getta ombre sulla legittimità del suo ruolo. Dichiarava infatti a gennaio il movimento Fridays for future: “Federica non rappresenta in maniera ufficiale il pensiero dietro il nostro movimento contro i cambiamenti climatici, Federica è stata più volte richiamata dal movimento per aver approfittato degli spazi concessi per accrescere la sua immagine personale e dare una visione edulcorata delle proteste”.

La notizia, come prevedibile, scoperta casualmente, ha cominciato a girare sul Web procurando grattacapi all’ex capo politico del Movimento Cinque Stelle. Insomma, la piccola Greta italiana era già stata messa in mora dalla sua stessa organizzazione e quindi non rappresenterebbe i tanti piccoli Greti e le tante piccole Grete come si sperava. Infatti per farsi prendere lei le aveva raccontato che solo a Roma l’organizzazione rappresentava ben 200.000 giovani e gli iscritti aumentavano in continuazione.

Di Maio è sbiancato e gli è preso un colpo. Dopo la fondamentale alleanza con il Partito Animalista Italiano pensava di aver fatto il colpaccio che gli avrebbe portato i voti degli ambientalisti estremi, magari pure quelli che ti bloccano il raccordo facendo imbufalire gli ambientalisti e che ti scopre? Che forse la ragazzina -che ha le guance addobbate con strisce verdi come gli indiani irochesi- gli aveva rifilato il “pacco” e non rappresentava quindi la grande organizzazione giovanile che sperava.

Se fosse vero il povero Giggino, per una giusta vendetta del destino, sarebbe stato gabbato dalla scaltra attivista. E pensare che il ragionamento lineare di Di Maio era quello di acchiappare due piccioni con una sola fava e cioè sia i giovani che l’ambientalismo. Si dice che Bruno Tabacci, fondatore insieme a lui di Impegno civico, l’abbia chiamato nero come la pece e gli abbia comunicato tutto il suo malcontento per l’ennesima corbellata. Chissà chi è stato a consigliare al povero Giggino la furba ragazzetta. Certamente qualcuno che non gli vuole bene o una persona che non ci capisce niente di ambiente.