Politica
Giorgio Mulè e il fuoco amico contro il governo

Mulè c'ha preso gusto a criticare i gialloverdi
Giorgio Mulè, siciliano di Caltanissetta, è un sessantottino verace, nel senso che è nato nel ’68, quando c’erano moti rivoluzionari e c’erano in atto in tutto il mondo tentati idi spedire la “fantasia al potere”, con esiti, come noto, abbastanza disastrosi. Mulè forse memore dell’anno di nascita ha sempre avuto una vocazione barricadera, fin dai tempi del suo esordio al Giornale di Sicilia e poi -soprattutto- per il periodo con Indro Montanelli a Il Giornale per poi approdare alla vice dirigenza di Panorama, bruciato però da Pietro Calabrese. Nella XVIII il gran salto nella politica con Forza Italia eletto in Liguria nella coalizione del centro-destra. Data la sua esperienza comunicativa gli viene affidato il ruolo di portavoce unico dei gruppi di Camera e Senato di Forza Italia e Mulè si immedesima così tanto nel suo ruolo ibrido di giornalista-politico che non passa giorno che spari a palle incrociate contro il governo gialloverde in cui siede da ministro Matteo Salvini che, teoricamente, sarebbe suo alleato fuori dalla politica nazionale.
Mulè fa il suo lavoro, ma forse ci ha preso un tantinello di gusto in più e quindi bastona ogni giorno la compagine governativa manco fosse un esponente del Pd e o di Leu.
Comprensibile l’opposizione, meno l’ostilità continua e indefessa e il fuoco amico che non conviene politicamente a Forza Italia, dato l’attuale scenario.