Politica

Giovanni Toti lancia Forza Italia federalista

Giuseppe Vatinno

"Io il capo di Forza Italia in Liguria"

Giovanni Toti, governatore forzista della Liguria, è stato il grande deluso delle ultime elezioni politiche. Infatti, da tempo era (ed è) in ottimi rapporti con Matteo Salvini e sperava di entrare al governo o almeno che Forza Italia sostenesse dall’esterno la Lega, ma i fatti gli hanno dato torto. A livello nazionale ed europeo Forza Italia e la Lega sono contrapposte, mentre governano in (apparente) sintonia in molte regioni del nord e a livello comunale.

Durante la manifestazione “Liguria d’Autore” (tenutasi a Montemarcello, vicino La Spezia), Toti ha parlato dal palco chiarendo alcuni punti politici.

Intanto il rapporto tra Lega e Forza Italia e soprattutto Salvini Berlusconi. Per il governatore ligure, che in verità è stato democristianamente fumoso, il centro-destra del futuro potrebbe esser qualsiasi cosa -e questo lo possiamo immaginare tutti- ma il fine a cui tende il suo discorso pare un altro. Toti per diverso tempo, prima delle elezioni e subito dopo, è stato indicato come il delfino di Berlusconi, delfino senza corona ufficiale, come i tanti che lo hanno preceduto. Poi la mancata alleanza, dovuta all’ostilità dei Cinque Stelle, ha interrotto il processo di avvicinamento al governo per relegarlo alla sicura realtà ligure  ed allora Toti fa il seguente ragionamento: l’unico modo che ho per prendermi Forza Italia è farlo diventare un partito federalista, come è stata (ed è) la Lega, che ha riunito vari movimenti locali da nord-est a nord-ovest, e poi muovo all’attacco del bersaglio grosso, e cioè l’intero partito nazionale, magari confidando nell’inevitabile trascorrere del tempo per Silvio Berlusconi. E per questo dal palco ligure si è proposto come “capo di Forza Italia in Liguria”, auto-incoronazione non da poco e passata quasi inosservata sui grandi media.

L’alternativa è, e Toti lo sa bene, che Salvini si mangi in un sol boccone Forza Italia e Fratelli d’Italia (ma questo è un discorso a parte).

Per fare questo il governatore deve fare necessariamente una opposizione dialogante con Salvini e quindi combattere le proposte dei Cinque Stelle, come ha fatto con il “decreto dignità” e ritagliarsi uno spazio di autonomia politica per rappresentare Forza Italia nei confronti del governo, di cui loda la politica per la sicurezza e l’immigrazione. Posizionatosi in questa maniera Toti potrà perseguire un doppio fine: “fare fuori” politicamente Berlusconi e accreditarsi come amico di Salvini nei prossimi anni.

Non è passato inosservato il suo consenso all’abolizione dei vitalizi (voluto sia da Lega che Cinque Stelle), in netta tendenza con il suo partito, decisione, tra l’altro, che ha diviso in due Forza Italia.

Toti, rappresenta, anche per il suo ruolo istituzionale, il perno su cui si articola e ruota il rapporto politico tra Lega e FI.

Certo l’equilibrio a cui è chiamato non è da poco: conciliare i valori europei di Forza Italia con il sovranismo leghista sembra una impresa impossibile. Ma Toti lo sa e si è già messo al lavoro tessendo una solida ragnatela in cui spera di catturare quanto resta del partito del cavaliere e di portarlo in dote alla nuova lega nazionale, anzi internazionale.