Politica

Governo, fronda M5S anche se Conte cede. Crolla tutto? Elezioni a dicembre

Di Alberto Maggi

Governo, se crolla tutto subito la Legge di Bilancio per il 2023

Governo, attenzione anche alla Lega se Draghi asseconda troppo Conte (specie sul RdC)

Da Insieme per il Futuro parlano di un 50 a 50. Dal Pd sono leggermente più ottimisti, 60 a 40. Fatto sta che in queste in Parlamento la fibrillazione è fortissima e l'attesa è grande per capire che cosa deciderà di fare il Movimento 5 Stelle in aula al Senato giovedì sul Dl Aiuti. I pontieri tra Palazzo Chigi e Giuseppe Conte sono al lavoro per trovare la quadra, un difficile compromesso che salvi il governo e probabilmente anche la legislatura. I 13 miliardi per le politiche sociali (non solo reddito di cittadinanza) messi sul tavolo da Mario Draghi servono proprio per cercare di scongiurare lo strappo pentastellato.

Ma il problema, spiegano fonti parlamentari, è che se anche Conte dovesse alla fine dare l'ordine di votare la fiducia a Palazzo Madama non tutti i suoi senatori potrebbero seguirlo. A Palazzo Madama i grillini, come noto, sono meno draghiani che a Montecitorio e laddove più della metà degli eletti M5S al Senato non votasse la fiducia all'esecutivo, malgrado l'eventuale sì dell'ex premier, la crisi ci sarebbe comunque. L'obiettivo di Chigi non è quindi solo convincere Conte ma anche la maggioranza dei senatori grillini.

Una cosa è certa, in caso di strappo, voluto o no dal leader pentastellato, Draghi salirebbe immediatamente al Quirinale dal Presidente Sergio Mattarella. E a quel punto si aprirebbe un ventaglio di ipotesi e nessuno oggi sa e può fare previsioni certe. E' quasi scontato che il Capo dello Stato cercherebbe di convincere l'ex presidente della Banca Centrale Europea a restare alla guida del governo almeno per varare la Legge di Bilancio per il 2023 e mettere al sicuro il Paese evitando l'esercizio provvisorio.

"Un altro governo con un altro premier è assolutamente impossibile, vorrebbe dire trovarci Meloni al 40%", spiega un deputato Dem di lungo corso. Draghi, per senso di responsabilità, potrebbe anche accettare di allungare la sua permanenza a Palazzo Chigi ma a una condizione ben precisa: mettersi immediatamente al lavoro per la manovra economica che verrebbe approvata già a settembre (eccezionalmente rispetto a ciò che accade ogni anno) in modo tale da poter andare al voto tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Meno probabile uno scioglimento immediato delle Camere in quanto Mattarella teme che poi non ci siano i tempi per approvare la Legge di Bilancio per il 2023 innescando una reazione molto negativa soprattutto sui mercati finanziari.

Infine la Lega. Non va trascurata la posizione di Matteo Salvini, un eventuale investimento ulteriore sul reddito di cittadinanza, inviso al Centrodestra, metterebbe in agitazione il Carroccio (in parte anche Forza Italia) che alzerebbe la posta su altri dossier (autonomia regionale in testa, ma anche contrasto all'immigrazione clandestina) facendo ulteriormente aumentare la tensione nell'esecutivo.