Politica

Governo, crisi vicina. Elezioni o Visco premier. Centrodestra, ormai è guerra

Di Alberto Maggi

Lo schiaffo di Tajani alla Lega con lo stop al tris di Zaia è solo l'ultimo tassello del caos nel Centrodestra sulle Regionali

Renzi ha parlato di elezioni politiche vicine non a caso. Ma Mattarella ha la carta Visco...

 

Un mix esplosivo che rischia di confermare la previsione di Matteo Renzi che per qualcuno sembrava solo una boutade. E invece il leader di Italia Viva sa leggere la politica e non a caso ha affermato che le elezioni politiche anticipate non sono poi così lontane. Il Centrodestra sta letteralmente implodendo. L'ultimo terremoto è lo schiaffo di Antonio Tajani alla Lega. "Io non sono granchè favorevole a un terzo mandato", poi, "sarà il Parlamento sovrano a decidere ma credo sia giusto mantenere i due mandati", ha detto il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia in merito ai limiti di ricandidatura per sindaci e presidenti di Regione. Questo, osserva Tajani, è un "principio di tutela della democrazia nel quale mi riconosco".

Di fatto, si tratta di uno stop alla possibilità di Luca Zaia di ripresentarsi alle elezioni in Veneto nel 2025. La Lega ha presentato una proposta di legge in Parlamento e nella conferenza stampa di inizio anno Giorgia Meloni aveva lasciato proprio al Parlamento la libertà di decidere. Ma dopo i dubbi e le perplessità di Fratelli d'Italia è arrivato pure lo stop di Tajani. Il tutto si inquadra nel caos totale sulle candidature per le elezioni regionali. In Sardegna Fratelli d'Italia tira dritto e ormai ha in campo Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, e non intende assolutamente fare marcia indietro. Ma Christian Solinas, Partito Sardo d'Azione alleato della Lega e Governatore uscente, non si ritira ed è pronto a correre sostenuto da Matteo Salvini e dai vertici del Carroccio.
 


Ma la Sardegna è solo la punta dell'iceberg perché saltando la norma che riconferma gli uscenti, spiegano dalla Lega, saltano tutti gli altri presidenti di regione. Stop quindi ad Alberto Cirio in Piemonte e Vito Bardi in Basilicata (Forza Italia) e Marco Marsilio in Abruzzo (FdI). La norma 'salva-Zaia' era l'ultima possibilità per salvare la tenuta della coalizione ma le parole di Tajani sono benzina sul fuoco. Ufficialmente il Carroccio non commenta ma la tensione è alle stelle. Non solo, Meloni vuole - come ha spiegato Carlo Fidanza ad Affaritaliani.it - presentarsi capolista alle Europee in tutte le circoscrizioni per puntare a superare il 30% e a ridurre gli alleati a satelliti ininfluenti. Un mix esplosivo, come detto, che rischia non solo seriamente di far saltare la coalizione alle Regionali e alle Comunali ma di avere pesantissime ripercussioni sul governo, che dovrà anche trovare i soldi per una manovra correttiva ormai praticamente certa.

Se poi vediamo anche le divergenze sulla riforma della Giustizia, sul premierato e sull'autonomia ci sono tutti i tasselli per comporre il puzzle renziano. Poi magari alla fine un accordo verrà trovato perché il potere è sempre il miglior collante per i politici, ma in questo momento l'ipotesi di un'implosione della maggioranza e di una crisi di governo non sono affatto da escludere. Poi bisognerà vedere se davvero si andrà subito al voto o se spunterà l'ennesimo governo tecnico e i beninformati assicurano che la carta pronta di Sergio Mattarella in caso di crisi è l'ex Governatore di BankItalia Ignazio Visco, "libero" dal 31 ottobre. Forza Italia e Lega potrebbero starci, per evitare il massacro alle urne, così come una fetta importante del Pd e tutti i partiti centristi e anche una parte dei 5 Stelle.

Fantapolitica? Vedremo. Intanto il Centrodestra è sull'orlo della deflagrazione. Poi tutti gli scenari sono aperti sull'eventuale dopo.