Politica
Governo, Draghi cade? Ecco la risposta, tra Salvini, Pd e Quirinale...
Draghi dice no al Quirinale nel 2022, governerà fino alla fine. Salvini pensa alla rottura in chiave anti Meloni. Forza Italia... Inside
Non c'è pace per la maggioranza ampia e di alto profilo voluta dal Presidente Sergio Mattarella. Ogni giorno, ormai, una lite tra la Lega e il Partito Democratico. E fonti di entrambi i partiti spiegano che "necessariamente sarà così fino alle elezioni comunali di ottobre". D'altronde la vera sfida nelle urne è tra Matteo Salvini, che ancora non ha candidati nelle due città chiave, Roma e Milano, ed Enrico Letta. A tenere banco in Parlamento sono i ragionamenti e gli scenari su che cosa potrà accadere nel 2022, visto che almeno fino alle Amministrative e poi per la Legge di Bilancio di fine anno bene o male si andrà avanti anche se con crescenti turbolenze.
Il leader del Carroccio propone Mario Draghi al Quirinale e parla apertamente di elezioni politiche anticipate l'anno prossimo, tra aprile e maggio, scatenando la reazione del Pd che lo invita a uscire dalla maggioranza, se non crede nelle riforme, confermando l'orizzonte di fine legislatura per il governo di larghe intese. Fonti politiche qualificate spiegano come dietro le ultime uscite di Salvini ci sia il timore di un anno, il 2022 dopo l'elezione del Capo dello Stato e prima del voto politico, nel quale il difficile cammino delle riforme (dalla giustizia al fisco, dalle pensioni alla pubblica amministrazione) possa logorare la Lega agli occhi dell'elettorato di Centrodestra favorendo così Fratelli d'Italia e lanciando la volata a Giorgia Meloni proprio in vista dell'apertura delle urne.
Non a caso proprio nel giorno in cui il segretario leghista propone Draghi al Colle e parla di elezioni nel 2022 la presidente di FdI si dice pronta a fare il premier, uscendo così allo scoperto confermando il progetto di lento e inesorabile sorpasso sul Carroccio. Draghi Capo dello Stato, come dicono in Via Bellerio, porterebbe inevitabilmente alla fine della legislatura essendo quasi impossibile trovare un'altra figura capace di mettere tutti (o quasi) d'accordo.
Ma il premier, assicurano dalle parti del Pd e del Movimento 5 Stelle, non ha alcuna intenzione di lasciare a metà percorso e intende arrivare fino al 2023 completando il piano di riforme legato ai soldi europei del Recovery Fund. E lo stesso Pd, alle prese con la difficilissima costruzione dell'alleanza con il nuovo M5S di Giuseppe Conte, difende a spada tratta questa soluzione. L'unica via d'uscita, che comunque lascerebbe l'amaro in bocca al Carroccio, sarebbe convincere Mattarella a restare al Quirinale un altro anno per poi eleggere Draghi nel 2023 e andare al voto a scadenza naturale.
Un altro punto interrogativo è che cosa farà Forza Italia se il Carroccio dovesse staccare la spina: andrà avanti con questo esecutivo (modello Ursula) o seguirà Salvini nella richiesta di elezioni? Molto dipende dalla legge elettorale. Se rimane il Rosatellum, a Silvio Berlusconi e ad Antonio Tajani non conviene mollare gli altri partiti del Centrodestra, pena l'irrilevanza, ma se dovesse davvero passare il proporzionale (rilanciato da ampie fette del Pd e dal M5S) tutto cambierebbe e gli azzurri potrebbero tranquillamente andare avanti senza Salvini con il governo Draghi. In sostanza, fino al prossimo inverno tanto rumore, molte polemiche ma terremoti politici improbabili. I veri giochi si faranno sul voto per il Colle e sul dopo-Quirinale.