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Draghi a Grillo: "Sì alla riforma o mi dimetto". 5s: "Beppe come Berlusconi"
Beppe Grillo 
Lapresse

"Se non passa la riforma sarò costretto a mettere nelle mani del presidente della Repubblica le mie dimissioni". Parola e musica di Mario Draghi nella concitata serata di giovedì e del burrascoso consiglio dei ministri sulla giustizia. Lo sostiene La Stampa, che spiega come il premier sarebbe arrivato a un passo dalla clamorosa decisione che avrebbe sconquassato la politica italiana.

L'avvertimento di Draghi al M5s: "Riforma così oppure mi dimetto"

L'avvertimento sarebbe stato indirizzato al Movimento Cinque Stelle, in quelle ore concitate ancora incerto sul da farsi in merito alla riforma Cartabia che interveniva sulla legge Bonafede sulla prescrizione. "Nel panico di non sapere che fare, se assumere su di sé una decisione dalle possibili conseguenze esplosive per l’esecutivo, si è generato anche un paradosso, uno dei tanti prodotti dalle convergenze parallele che imbrigliano i grillini", scrive la Stampa. Ebbene, dietro il via libera del M5s ci sarebbe proprio la mano di Beppe Grillo, che ha avuto una conversazione telefonica diretta con lo stesso Draghi. Telefonata nella quale l'ex comico si sarebbe fatto garante del sì alla riforma Cartabia e dunque della tenuta del governo.

Le perplessità M5s sull'operato di Grillo

Telefonata, scrive la Stampa, che ha preceduto quelle di Grillo per chiedere ai ministri del M5S di accettare una mediazione con la ministra della Giustizia Marta Cartabia. Sempre secondo il quotidiano di Torino, all'interno del M5s c'è più di una perplessità sull'operato di Grillo, che ora viene apertamente accomunato niente meno che a Silvio Berlusconi da alcuni membri della base.

Le critiche per l'innopportunità dell'operato di Grillo

Non solo per la linea politica, che di fatto ha dato prima vita e ora garantito il perdurare del governo Draghi senza passare per un consulto con quello che dovrebbe essere il nuovo leader politico del M5s, vale a dire Giuseppe Conte. Ma anche per qualche "inopportunità", perché la telefonata e il via libera alla riforma Cartabia "incrocia la vicenda privata e drammatica di Ciro, il figlio di Grillo accusato di stupro, tra l’altro proprio alla vigilia dell’udienza preliminare in Sardegna.

Il paragone imprevisto: "Grillo come Berlusconi"

Per come la vedono i 5 Stelle, oltre a ragioni di tatto politico vista la difficile convivenza ai vertici con Giuseppe Conte, Draghi avrebbe dovuto sapere che sul tema della giustizia in questo momento il comico è, dicono, "ipersensibile". Chi l'avrebbe detto, il padre dei vaffa e fondatore del M5s paragonato a colui contro il quale lo stesso M5s aveva mosso i primi passi.

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