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Governo e riforme, presidenzialismo? Da Schlein (e Pd) c’è già un "no" a tutto

di redazione politica

La segretaria dem in vista del primo faccia a faccia con la premier, fissato per martedì a Montecitorio, sfida il governo: "Ci sono altre le priorità"

Il faccia a faccia più atteso è quello con Elly Schlein

“La convocazione non sia un modo per distrarre l'attenzione sui temi che interessano le persone e le necessità del Paese: lavoro, sanità, Pnrr", a parlare così è la neo segretaria del Pd Elly Schlein, nel corso di una riunione con la segreteria. Sarà questo, forse, tra tutte le opposizioni, l'appuntamento più atteso, per il primo vero faccia a faccia tra la presidente del Consiglio e la segretaria dem. "Noi siamo un partito responsabile, per questo ascolteremo il governo. Ma la priorità nel Paese è la riforma della Costituzione?". Schlein ha dettato così la linea del Pd sulle riforme. I dem risponderano alla convocazione della Meloni, "ma con realismo e cautela", hanno spiegato concordi alcuni membri della segreteria dem. Perché "il sospetto è che il governo cerchi di spostare l'attenzione, quasi un alibi, rispetto ai problemi veri che ci sono sul tavolo".

Nel corso della segreteria è emerso anche stupore per le ultime dichiarazioni di Tajani: "Ma quali sono le regole di ingaggio di questi incontri, quelle che si avanti comunque anche senza opposizioni?". Entrando nel merito è stato confermato il "no" secco a ogni ipotesi di presidenzialismo o premierato, confermando dunque di fatto che il Pd è da sempre contrario sia all’ipotesi di elezione diretta del Capo dello Stato (presidenzialismo) che del presidente del Consiglio (premierato).

Giuseppe Conte: "Ci sediamo al tavolo, ma la diagnosi deve essere condivisa"

Anche i pentastellati hanno risposto sì alla "chiamata" di Meloni. Ma il leader, Giuseppe Conte, potrebbe non prendere parte all'incontro a causa della convocazione a Brescia dal Tribunale dei ministri per l'inchiesta sulla prima fase della gestione dell'emergenza Covid. "Chi vuole una stagione costituente e vuole presentarsi con riforme così rilevanti che cambiano l'assetto costituzionale vigente, dovrebbe creare le premesse per un clima di coesione sociale, non divisivo. Ma questo governo ci arriva già malissimo". Così ha dichiarato Conte a "In Mezz'ora in Più" su Rai3 citando il decreto lavoro: "Crea cattive premesse per una stagione costituente". "Sicuramente ci sediamo al tavolo e ascolteremo quello che ci verrà proposto" ma "chiarisco subito che vogliamo che questo tavolo parta da una diagnosi condivisa, poi discutiamo sui rimedi. Fughe in avanti in questo contesto mi sembrano molto insidiose", ha concluso l'ex premier.

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Presenti anche Azione e Italia Viva

Tra gli altri, anche gli ex terzopolisti hanno accettato "l'invito" della premier. La delegazione dovrebbe essere composta da Carlo Calenda e il capogruppo alla Camera Richetti, l'ex ministra Maria Elena Boschi e la capogruppo al Senato Paita. Sia Azione che Italia Viva non hanno chiuso la porta all'ipotesi di elezione diretta del premier con un sistema elettorale a doppio turno. Intanto, Matteo Renzi fa sapere: "Le nostre idee sono semplici e chiare: sindaco d’Italia e superamento del bicameralismo perfetto. Abbiamo le carte in regola per dirlo forte e chiaro", così scrive su Twitter.