Politica

Governo, Giorgetti nel mirino di Forza Italia. Gli azzurri con Leo. Tensione sull'Irpef (e non solo). Meloni? Si chiama fuori...

Manovra, vertice d'urgenza di maggioranza prima del Cdm

Di Alberto Maggi

La manovra economica, considerato anche il difficile contesto internazionale e le crisi economiche e politiche di Francia e Germania, sta mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza di governo


Un nuovo vertice dei leader di centrodestra sulla manovr è previsto nel pomeriggio. Parteciperanno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il capo politico di Noi moderati Maurizio Lupi e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Dopo la riunione a Palazzo Chigi si svolgerà il Consiglio dei ministri.

LE TENSIONI NELLA MAGGIORANZA CHE HANNO PORTATO A UN VERTICE PER RICUCIRE - Sussurri. Voci. Rumor. Che rimbalzano da un ministero all'altro e che tengono banco nei discorsi rigorosamente a microfono spento dei massimi vertici parlamentari della maggioranza di Centrodestra. Fonti qualificate parlano di "irritazione" soprattutto da parte del vicepremier e segretario di Forza Italia Antonio Tajani nei confronti del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. La "colpa" del titolare del Mef sarebbe quella di tenere troppo coperti i reali numeri dei conti del bilancio e di non condividere con gli alleati quelle informazioni necessarie soprattutto ora che si sta per chiudere la partita della Legge di Bilancio in Parlamento.

Come noto, Forza Italia spinge per tagliare l'aliquota Irpef dal 35 al 33% fino a 60mila euro lordi l'anno già da gennaio 2025. Ma a quanto pare nessuno sa esattamente quanto questa misura costi - si parla di due, tre o persino quattro miliardi di euro - e quanti fondi siano a disposizione. Poi molto dipenderà dall'andamento del concordato fiscale che si chiude il 12 dicembre e sul quale la Lega ha scatenato un polverone contro il vice-ministro dell'Economia Maurizio Leo (di Fratelli d'Italia ma che ha ottimi rapporti con gli azzurri) per le lettere "punitive" dell'agenzia delle Entrate alle partite Iva.

Dal partito della premier Giorgia Meloni ribattono che i massimi vertici economici del Carroccio sapevano tutto di quelle lettere (essendo presenti a una riunione prima della riapertura del concordato fiscale scaduto il 31 ottobre), incluso Giorgetti ma non solo lui, e non hanno detto nulla. Salvo poi attaccare Leo per questioni che in FdI definiscono "mediatiche" e di "marketing politico".

Ma c'è di più. I vertici di Forza Italia sarebbero particolarmente "irritati" perché, se per l'Irpef i soldi si fa fatica a reperirli, come è possibile - si chiedono in Forza Italia - che siano saltati fuori più di 400 milioni di euro per confermare l'abbassamento del canone Rai da 90 a 70 euro (blitz leghista fallito per il voto contrario proprio dei forzisti). I rumor parlamentari dicono che tutto fosse condiviso con Palazzo Chigi, ma dall'entourage di Meloni affermano che è stata un'iniziativa del Mef d'accordo con il vicepremier Matteo Salvini.

Il gioco delle tre carte insomma. Il risultato è che la tensione nel governo è palpabile e la fibrillazione molto alta. Alla fine sull"Irpef si troverà il solito compromesso, magari tagliandi l'acquisto solo fino a 50mila euro lordi l'anno o magari - dipenderà dal punto di caduta e dai numeri - con la riduzione al 34 e non al 33% dell'aliquota. Fatto sta che questa manovra economica, considerato anche il difficile contesto internazionale e le crisi economiche e politiche di Francia e Germania, sta mettendo a dura prova la tenuta della maggioranza di governo. 

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