Governo, il Centrodestra si spacca sul governo dopo il vertice di Arcore
Dalla Lega no alla caccia ai parlamentari
Vertice ad Arcore tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, nel tentativo di trovare una linea comune da portare al Quirinale. Ma la compattezza sembra sia solo di facciata. E Salvini, a un'ora dalla fine del vertice, prende le distanze dalla nota ufficiale.
Nel comunicato finale, il Centrodestra rivendica la premiership. "Quasi il 40 per cento degli italiani ha scelto di dare la propria fiducia ai partiti del centrodestra ai quali oggi spetta, indubbiamente, il compito di formare il governo". E ancora: "Gli elementi dai quali i tre leader non intendono prescindere sono un presidente del Consiglio espressione dei partiti di centrodestra, l'unità della coalizione e il rispetto dei principali punti del programma sottoscritto prima del voto". E fonti della coalizione fanno sapere che la coalizione proporrà a Mattarella di presentarsi in Parlamento a "chiedere i voti necessari alla fiducia".
La versione ufficiale del vertice è che il Centrodestra si presenterà al secondo giro di consultazioni al Quirinale rivendicando la premiership per poi presentarsi in Parlamento a chiedere i voti necessari alla fiducia su una base programmatica definita. In pratica, uno schiaffo in faccia ai 5 Stelle.
Ma poco dopo la conclusione del vertice, arriva un post su Facebook di Salvini: "Si parte dal Centrodestra ma continua il dialogo a partire dal Movimento 5 Stelle". Anzi, più tardi aggiunge: "Sono fiducioso in un governo con i 5Stelle". E ancora: "L'unica cosa che escludo è di fare un governo insieme al Pd, che ha fatto disastri negli ultimi sei anni".
E poi fonti leghiste fanno conoscere un altro passaggio essenziale: Salvini non è disponibile a ricevere un incarico senza essere certo di avere prima una maggioranza chiara in Parlamento. Salvini, insomma, non intende andare alle Camere alla ricerca di voti. "I voti non si cercano come i funghi", dice il leader leghista. Quindi, nessun governo di minoranza. E Salvini non è disponibile a farsi bruciare. Lo scontro si manifesta plasticamente quando, negli stessi minuti, una nota di Meloni insiste sulla versione del vertice: "Cerchiamo una maggioranza in Parlamento". E la leader di Fratelli d'Italia insiste: "Chiederemo un incarico per Salvini. Fa testo il comunicato ufficiale". In pratica un cortocircuito difficile da nascondere.