Politica
Governo, rimpasto? Nomi. Giorgetti, Urso... Schlein rischia ma Conte... Rumor
Governo e opposizioni: i rumor di Natale di Affaritaliani.it. I nomi e gli scenari
Il tutto in vista delle elezioni Europee....
Anche a Natale i rumor nel Palazzo della politica e del potere non si fermano. Vediamo che cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi con gli occhi puntati sull'appuntamento chiave delle elezioni europee, decisive non solo per gli equilibri politici a Bruxelles ma anche a Roma.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nonostante il no al Mes, non ha intenzione di scatenare una guerra con l'Unione europea ma tiene il punto e tira dritta. Tacco e punta, bastone e carota. Nessun isolamento internazionale ma nemmeno una sottomissione a Germania e Francia. No secco a Mario Draghi presidente della Commissione europea anche perché Fratelli d'Italia vuole un commissario economico di peso nel prossimo esecutivo Ue. Il nome è quello di Adolfo Urso.
Meloni sogna il 30% alle Europee, ma andrebbe bene un risultato leggermente inferiore ma comunque superiore a quello del Politiche 2022 per confermarsi leader assoluto nella maggioranza e nel Paese. La premier però non è interessata ad annientare gli alleati, pena tensioni nell'esecutivo. In caso di risultato modesto, intorno al 25%, la prima a saltare sarebbe Daniele Santanchè, ministro del Turismo al centro di molte polemiche nei mesi scorsi. Blindatissimi Guido Crosetto, Raffaele Fitto, Francesco Lollobrigida e il potentissimo sottosegretario a Palazzo Chigi Giambattista Fazzolari. Se il risultato elettorale fosse ottimo ingresso nel governo della torinese Augusta Montaruli.
Nella Lega Giancarlo Giorgetti al momento non ha alcuna intenzione di dimettersi, salvo durissimo conflitto con Bruxelles, che Meloni non vuole. E al fianco del ministro dell'Economia, oltre alla fiducia riconfermata da Matteo Salvini, c'è sicuramente il Quirinale che lo considera un baluardo contro gli eccessi sovranisti di Lega e FdI. Ma anche i ministri dell'Ecofin degli altri Paesi hanno trovato in Giorgetti un interlocutore serio e affidabile. Salvini alle Europee punta certamente alla doppia cifra e sogna il 12 o addirittura il 14-15%, recuperando voti al Nord con l'autonomia di Roberto Calderoli e al Sud con il Ponte sullo Stretto. Se il risultato fosse ottimo ingresso nel governo di Gianmarco Centinaio all'Ambiente e all'Energia e/o di Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione. Se invece la percentuale del Carroccio fosse deludente, sotto le Politiche, a saltare sarebbe il titolare dell'Istruzione Giuseppe Valditare, al centro di molte recenti polemiche.
In Forza Italia Antonio Tajani punta a superare il 10%, obiettivo ambizioso, con una lista che comprenda Udc e Noi Moderati. Blindatissima Elisabetta Casellati, madre del premierato (che comunque verrà modificato in Parlamento rispetto a come uscito dal Consiglio dei ministri) e Anna Maria Bernini all'Università. In caso di risultato deludente a rischiare sono Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo, Ambiente-Energia e Pubblica Amministrazione. Se invece davvero gli azzurri riuscissero a raggiungere la doppia cifra, superando magari la Lega, per Forza Italia ci sarebbe un ministero in più e si fa il nome dell'ex capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo, europeista e moderato stimato al Quirinale. Forza Italia terrà una posizione di lealtà nei confronti del governo ma anche europeista per fronteggiare la concorrenza di Calenda e Renzi e per fare con l'appartenenza al Ppe di Manfred Weber e Ursula von der Leyen da ponte tra il governo e Bruxelles. Una strategia che fa comodo anche a Meloni per controbilanciare le alleanze con le destre anti-Ue della Lega (Afd in testa).
Per quanto riguarda le opposizioni Elly Schlein quasi certamente sarà capolista in tutta Italia. Un gioco ambizioso ma pericoloso. Se il Pd supera il 20% e si avvicina a Fratelli d'Italia si impone come leader del Centrosinistra, come ha detto Romano Prodi, ma se resta sotto il 20% scatta l'operazione cambio del segretario. Non solo da parte dell'opposizione interna di Stefano Bonaccini e Lorenzo Guerini ma anche da parte di chi ha sostenuto la leader alle primarie come Dario Franceschini. In arrivo come segretario, in quel caso, Paolo Gentiloni che dal primo luglio non sarà più commissario europeo. La partita di Schlein si lega a doppio filo con quella di Giuseppe Conte. L'ex premier si sta smarcando dal Pd in modo netto, soprattutto sull'Europa (vedi Mes) e sulle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. I 5 Stelle puntano al clamoroso sorpasso sui Dem o quantomeno ad avvicinarsi al Pd per mettere in discussione la leadership di Schlein, già sbeffeggiata da Conte dopo le parole di Prodi. Anzi, l'ex premier pentastellato punta a diventare lui il vero dell'opposizione di sinistra, in asse con Sinistra Italia e Verdi. Ma se il M5S dovesse andar male, intorno al 12-13% e magari superato dalla Lega, la voce di Beppe Grillo tornerebbe a farsi sentire e la leadership di Conte sarebbe a rischio.
Per quanto concerne il centro, infine, si va al voto con due piccole coalizioni. Quella più forte stando ai sondaggi è formata da Azione di Carlo Calenda, gli ex renziani di PER (Bonetti e Rosato) e probabilmente anche Più Europa e Cateno De Luca. Calenda punta al 7-8% e ha come obiettivo quello di rompere il bipolarismo, indebolire Forza Italia per poi lanciare una campagna acquisti tra gli azzurri in Parlamento per mettere in difficoltà il governo. Matteo Renzi, anche andrà alle Europee con Clemente Mastella e Totò Cuffaro, sta attaccando a testa bassa Antonio Tajani e Forza Italia accusandoli di aver tradito i valori di Silvio Berlusconi (da lì l'insulto di Maurizio Gasparri in Parlamento proprio a Renzi). Italia-Viva/Il Centro viaggia attorno al 3% nei sondaggi e la soglia del 4% è al momento lontana. Se dovesse riuscire a eleggere europarlamentari potrebbe ancora avere un ruolo, altrimenti l'ipotesi più probabile è quella di una fuga verso Calenda.