Politica

Governo Salvini, cresce il malessere nella Lega. Governo, Salvini ha piano B

Alberto Maggi

Governo, Salvini difende Di Maio per non mettere in difficoltà il governo. Ma dietro le quinte nella Lega...

Matteo Salvini afferma per la miliardesima volta che il governo Conte va avanti perché gli impegni vanno rispettati. E a Berlusconi e Meloni, che insistono affinché stacchi la spina e torni nel Centrodestra, risponde che li chiamerà ma solo per sistemare la giunta in Abruzzo ancora in alto mare a più di due settimane dal voto. Sul fronte del governo, dunque, per ora non cambia nulla.

Anche se fonti qualificate del Carroccio spiegano ad Affaritaliani.it come sia crescente il malessere in Via Bellerio per la politica del no degli alleati di governo. Rinviata la legittima difesa, rinviata l'autonomia regionale per il Nord, rinviata la decisione sulla Tav Torino-Lione. Troppi se, troppi ma, troppi dubbi. Chi ha parlato con Salvini e Giorgetti negli ultimi giorni assicura che i due leader della Lega, profondamente diversi ma completari  (leggi qui l'analisi sui vertici della Lega), non hanno alcuna intenzione di essere i killer dell'esecutivo.

Soprattutto perché il gotha della Lega è convinto che staccare la spina al governo sarebbe dal punto di vista dell'immagine e dell'opinione pubblica deleterio e controproducente, soprattutto a poche settimane dalle cruciali elezioni europee. La Lega non vuole restare col cerino in mano, pena la probabile perdita di consensi il 26 maggio. Anche se ai massimi livelli del Carroccio più di un big, ovviamente a microfono spento, si lascia andare ad affermazioni tipo "con un governo di Centrodestra andremmo avanti molto più spediti".

Wishful thinking? Può essere. Fatto sta che Salvini e Giorgetti hanno scelto la linea del low profile, non affondare il colpo dopo le Regionali e proteggere Di Maio per evitare che i suoi nemici interni mettano in crisi il M5S e in difficoltà l'esecutivo. Ma la Lega, consapevole di un crescente malessere tra i suoi elettori soprattutto del Nord (vero bacino di voti nonostante l'avanzata al Centro-Sud) per lo stop all'autonomia, alle infrastrutture e per il reddito di cittadinanza che va quasi tutto al Mezzogiorno, aspetta il dato delle Europee consapevole di avere pronto il piano B.

La Lega non farà mai cadere Conte, nemmeno se dovesse prendere il 40% e il M5S il 15 alle Europee, ma se a implodere fossero i pentastellati non si straccerebbe le vesti sapendo di avere pronta l'alternativa di Centrodestra. Un'alternativa che solo temporaneamente si chiama ancora Berlusconi, ma che, in prospettiva, potrebbe e dovrebbero essere rappresentata unicamente dal nuovo partito sovranista e conservatore della Meloni (e forse anche Toti), che ha tra i suoi obiettivi quello di prosciugare Forza Italia.