Politica
Governo sotto se Renzi non scherza. I numeri del Senato parlano chiaro
Lite sulla giustizia, i calcoli: maggioranza sotto di 6 o 7 voti
Se Matteo Renzi e Italia Viva fanno sul serio sul nodo dello stop alla prescrizione e si arriva alla conta in Aula a Palazzo Madama, il governo e la maggioranza non hanno i numeri e vanno sotto di almeno 6-7 voti. Che si arrivi al voto sul cosiddetto 'Conte bis' - il blocco definitivo della prescrizione solo dopo una doppia condanna, in primo grado e in appello - sul quale hanno trovato un'intesa M5S-Pd-LeU, o sul ddl Costa (Forza Italia), che cancella del tutto la riforma del Guardasigilli Bonafede per tornare alla legge Orlando, i calcoli del Senato parlano chiaro. E la maggioranza che sostiene l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte, nella migliore delle ipotesi, si fermerebbe a quota 155 contro i 161-162 che hanno sulla carta tutte le opposizioni più i renziani.
I senatori del Movimento 5 Stelle, dopo espulsioni e fughe, sono 98. A questi vanno aggiunti i 36 del Partito Democratico. Poi ci sono gli otto senatori del gruppo Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) di cui sette solitamente votano con il governo. Infine ci sono i 19 senatori del gruppo Misto, tra cui i quattro di LeU, dei quali 14 sono schierati con la maggioranza che sostiene il premier Conte. Se tutti sono in Aula e nessuno si sfila, si arriva a quota 155. Ma ora vediamo il fronte opposto. Forza Italia ha 61 seggi a Palazzo Madama (e su un tema come la giustizia e la prescrizione è impensabile che arrivi un soccorso all'esecutivo), a questi vanno aggiunti i 60 senatori della Lega e i 18 di Fratelli d'Italia. Poi c'è il senatore del gruppo Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) che non vota con il governo e i cinque del Misto. A questi, ovviamente, vanno aggiunti i 17 di Italia Viva, sempre che Renzi mantenga le posizioni espresse fino a oggi. Il totale dello schieramente contro la maggioranza arriva a quota 162 (che potrebbe scendere a 161 considerando che sono mesi che Umberto Bossi non si vede in Senato) e quindi il governo andrebbe sotto in caso di conta in Aula di almeno 6 o 7 voti.
Insomma, i numeri parlano chiaro: allo stato attuale e senza colpi di scena, la maggioranza sarebbe clamorosamente sconfitta su un tema centrale e su una battaglia storica per il M5S.