Governo: tutte le possibilità per Salvini, Di Maio, Renzi e Berlusconi
Il Partito della Nazione riprende quota?
La situazione che va delineandosi dopo le prime consultazioni “ufficiali” delle delegazioni dei partiti a Montecitorio, ma già ancor prima si era intuita nella pausa pasquale, è quella che vede sostanzialmente tre ipotesi per la formazione di un governo, più altre due che sembrano però solo di “appoggio” da giocarsi al tavolo delle trattative.
I vincoli posti dal M5S sono l’assenza di Berlusconi e -con meno convinzione- di Renzi.
In ordine di più alte possibilità realizzative iniziamo con quella che vede un governo Lega - Cinque Stelle guidato da un mister x che non sia né Salvini né Di Maio che però avrebbero un ruolo chiave nell’esecutivo; questa soluzione permetterebbe ad entrambi di salvare la faccia e di governare.
La seconda ipotesi vede sempre la stessa configurazione con però Di Maio o Salvini premier. In questo caso però le probabilità di una guida a trazione grillina sarebbero moto più alte, perché senza Berlusconi Salvini vale circa la metà di Di Maio.
La terza possibilità è quella di un accordo Cinque Stelle Pd, ma è molto improbabile perché ci sarebbe numeri molto risicati anche in presenza di Renzi ed avrebbe più che altro un mero valore negoziale per Di Maio.
La quarta è di un governo tecnico del presidente per andare al voto cambiando la legge elettorale e rimettendo un premio di maggioranza.
In tutto questo si può notare che il grande escluso è Silvio Berlusconi con la sua Forza Italia e Renzi con il Partito Democratico.
Tuttavia Berlusconi è più debole di Renzi che vuole invece stare all’opposizione mentre l’ex cavaliere, avendo comunque vinto le elezioni, no.
A questo punto, se si facesse un governo verde - giallo e cioè di Lega e Movimento Cinque Stelle, Berlusconi romperebbe con Salvini e il centro-destra si spaccherebbe; l’ex cavaliere sarebbe attratto inesorabilmente verso l’antico progetto del partito Nazionale, con Matteo Renzi.
Il pallino pare dunque in mano a Matteo Salvini che deve valutare se egli conviene arrivare al governo oppure accettare la crisi con Berlusconi.
Nel caso invece Salvini non voglia rompere con Berlusconi -come ha più volte dichiarato- può tentare una guerra di logoramento contro i Cinque Stelle, mantenendo compatta la coalizione finché non cada la pregiudiziale contro B., perché comunque neppure Di Maio ha i numeri per governare, pur trovandosi in una situazione tattica diversa, essendo a capo del partito di maggioranza relativa.
Oppure potrebbe anche verificarsi una soluzione con i Cinque Stelle fuori e un governo centro-destra - Pd (o parte di esso), ma questa appare la più improbabile causa l’ostilità di Renzi e poi sarebbe molto difficile lasciare fuori il partito che ha vinto le elezioni.
Come si vede una situazione tutt’altro che semplice da sbrogliare per il Presidente della Repubblica.