Politica
Gruber elogia gli ecologisti radical-chic. Pericolo ecologismo violento
Lilli Gruber tesse l’elogio dell'ambientalismo radical-chic e delle sue ipostasi violente come Ultima Generazione, i noti ecoimbrattatori
Lilli Gruber elogia gli ecologisti radical-chic Il pericolo dell’ecologismo violento
Il nome sembra quello di un composto chimico “Dietlinde” ma non lo è. Si tratta di Dietlinde Gruber in arte Lilli Gruber, giornalista che raggiunse la fama caratterizzandosi per le posizioni spericolate che assumeva davanti alle telecamere. Sotto la guida di Antonio Ghirelli già direttore de l’Avanti! -grande maestro del giornalismo italiano- passò al TG2 craxiano e lì divenne famosa come “Lilli la Rossa”, per via del suo colore rutilante ma anche per il suo fermo credo politico. Carattere tosto e volitivo, tedesco come la sua origine, fa parte del “Club Bilderberg”, molto chiacchierata congrega di potenti che si riuniscono ogni anno a porte chiuse si dice per “decidere i destini dell’umanità”.
Uno dei tratti distintivi della Gruber è quello di infischiarsene delle critiche e quindi anche per la questione Bilderberg ha sempre fatto orecchie da mercante, anzi da mercantessa. E le orecchie ci permettono di parlare di un altro tema scottante per lei, oltre che per quello della pubblicità occulta agli orecchini milionari.
La Gruber è infatti femminista convinta. Il suo nemico è spesso il “maschio” anzi il “maskio” figlio – a suo dire - di una cultura patriarcale tarpante. Da qualche tempo ha sostituito Laura Boldrini, ex Presidente della Camera, nella non nobile arte di storpiare i nomi al femminile. Ne parla spesso nella sua rubrica che tiene su “7”, il settimanale del Corriere della Sera. Nel nuovo numero, appena uscito, ne combina un’altra delle sue e per rispondere ad una lettera tesse l’elogio dell’ambientalismo radical – chic e delle sue ipostasi violente come Ultima Generazione, cioè i purtroppo noti ecoimbrattatori.
Il ragionamento di Lilli la Rossa è il seguente.
L’ambientalismo, declinato anche nella sua dimensione metafisica dell’Ecologia Profonda o Deep Ecology ha una sua valenza a prescindere perché ha –secondo la giornalista- il merito comunque di risvegliare le coscienze. Insomma pure a Gruber sdogana Ultima generazione e similari. L’importante è che si parli di Ecologia e di ambientalismo. Ma se la prima accezione è scientifica ed ha una sua valenza, il secondo è un minestrone ideologico che contiene tutto e il contrario di tutto.
Si va dei culti new age, alla mistica della foglia di lattuga, in una sorta di pericoloso neopaganesimo che –tra l’altro- preoccupa non poco anche le Chiese ufficiali. Ultimamente mi sono imbattuto in un mercatino rionale in certi tipi bizzarri che volevano “abolire il prosciutto” destando in me una certa apprensione perché, nello stesso posto, mi ero appena preso un meraviglioso panino alla porchetta. I tizi mi guardavano male e così mi sono preparato alla pugna ma fortunatamente –forse per questa volta- avevano desistito.
“Libero panino al prosciutto in libero Stato”. Ma al di là dell’ironia, l’ambientalismo ha anche una componente violenta, basta guardare l’ideologia no – tav, che utilizza la violenza come strumento di lotta politica e in questo non è certo dissimile nelle sue forme estreme al terrorismo. Infatti, nel “mondo alla rovescia” in cui viviamo tutti i valori sono stati sovvertiti e la dimensione ecologica estrema è uno dei pericoli più rilevanti. Tornando alla Gruber troviamo che le sue “parole in libertà” siano particolarmente pericolose in un Paese fanatico e squilibrato come è l’Italia, in cui qualsiasi cosa viene strumentalizzata e travisata. Sì all’ “ecologia gentile” no alla violenza, cara Lilly.