Politica

Guerra in Ucraina, ma il problema non è Zelensky al Festival di Sanremo

Di Massimo Falcioni

Il “sì” o “no” a Zelensky al Festival di Sanremo accende lo scontro politico e divide persino gli schieramenti disorientando gli italiani, ridotti a fan

I due minuti concessi dalla Rai al presidente ucraino non modificano la questione di fondo che resta una questione politica, dove al netto dei limiti e degli errori di Zelensky, degli Usa, della Ue, della Nato, c’è la logica di Putin e della sua cricca di voler annientare l’Ucraina per procedere poi a Ovest, fin dove non si sa.

L’Italia, l’Europa, l’Occidente non possono rimanere neutrali e “farsi i fatti propri” magari cercando un accordo farlocco con Putin, escludendo Zelenky. Come non ricordare la conferenza di Monaco del 29-30 settembre 1938 fra i leader di Regno Unito, Francia, Germania e Italia con il patto di non belligeranza con Hitler che prevedeva anche l’assenso all’occupazione militare dei Sudeti da parte della Germania nazista e che sfocerà poi nella tragedia della seconda Guerra mondiale?

Oggi neppure Putin fa più riferimento alla “balla” usata il 24 febbraio 2022 quando tentò di giustificare l’invasione con l’obbligo morale di proteggere le popolazioni russe e russofone della regione orientale del Donbass, a suo dire “vittime di genocidio”. Semplificando al massimo, in Ucraina (44 milioni di abitanti con 8 milioni di russi nell’ultimo sondaggio 2001) nessuno vuole passare sotto Mosca che equivarrebbe tornare alla dittatura post sovietica.

E in occidente chi oggi, vista la situazione economica e lo stato dittatoriale di fatto, vorrebbe passare sotto Putin, al potere con le intimidazioni, la violenza, gli omicidi? Questi i nodi. Da qui si deve partire. Non è vero che se la Russia di Putin conquista l’Ucraina, la pace in Europa e nel mondo sono garantite. La pioggia dei missili russi continua prima dell’arrivo dei nuovi temuti carri armati occidentali che, va ribadito, restano comunque armamenti di difesa. L’Occidente non può andare oltre, passando agli armamenti offensivi, come aerei d’attacco e missili a lunga gittata.