Politica
Guzzanti contro il politically correct e il 'circolo dei virgolisti'
Guzzanti alla presentazione della nuova serie Tv su Sky, 'I delitti del Bar Lume 11'. "Politically correct? Distrugge la comicità”
Corrado Guzzanti contro il politically correct e il circolo dei virgolisti. “Distrugge la comicità”
«La comicità è cambiata in peggio. Non so se il politicamente corretto abbia le ore, i giorni o gli anni contati, ma me l’auguro. Ha visto Ricky Gervais o Louis C.K.? Uno humour che a noi appartiene meno, anche gigantesche volgarità. Ma il principio per cui devi censurare qualunque cosa possa offendere una minoranza non può funzionare, non si può pretendere. Il principio deve essere che se ti offendi è un problema tuo”, così una grande comico, meglio definirlo umorista come Corrado Guzzanti ha risposto in una intervista a Repubblica.
E poiché quel giornale è in prima fila nella crociata mondiale per il politically correct la giornalista si è subito risentita, definendo alcune battute che girano “offensive”.
Al che saggiamente ha risposto l’attore romano: “Tutti sappiamo cosa realmente non si può fare e non si può dire, perché scandalizza noi per primi. Ma il politicamente corretto oggi rende il lavoro difficile a tutti, e prima o poi si ammorbidirà. Non posso pensare a un futuro in cui devi stare attento alle virgole perché il circolo dei virgolisti si potrebbe offendere”.
L’occasione è stata la presentazione della nuova serie Tv su Sky, “I delitti del Bar Lume 11”. Che la critica venga da un uomo di sinistra, anzi un idolo, fa riflettere.
Ed infatti l’intervista ha fatto storcere il naso, come previsto, proprio al “circolo dei virgolisti”, come lo chiama Guzzanti, a cominciare proprio da Repubblica che di detto circolo è socio fondatore, ma che ora ha emuli minori in giornalini e giornaletti che vogliono scimmiottare l’originale scadendo spesso nella farsa.
Ma non si tratta solo del pericolo di libertà di satira. Di questi tempi sono in pericolo anche la libertà di cronaca e di critica se va contro il mood, chiamiamolo così, di minoranze agguerrite, violente e anti-democratiche.
Una censura o peggio ancora una autocensura è calata anche sul giornalismo poiché di certi argomenti è semplicemente vietato parlare, altrimenti interviene l’Ordine a richiamare all’ordine, scusate il gioco di parole. Il figlio spurio del politically correct è poi l’utilizzo strumentale del Fact Checking che in sé sarebbe uno strumento molto utile ma che inevitabilmente se cade in mani sbagliate, per l’eterogenesi dei fini, accade il contrario, e diventa uno strumento per imporre una dittatura delle minoranze.
Infine il comico è tornato sul periodo d’oro della sua satira, quella in cui c’erano le imitazioni di personaggi come Prodi, Rutelli e Bertinotti: “Bei tempi. Sì, un po’ mi manca. Nel senso che un po’ ho nostalgia, e un po’ so che ci sono cose che stanno bene lì dove stanno. È talmente cambiato tutto…”
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