Politica
Il M5S non c’è più! Ecco che cosa potrebbe riservare il dopo Grillo
L’unica cosa certa, al momento, è l’archiviazione del “Movimento”
Movimento 5 Stelle, ecco che cosa potrebbe riservare il dopo Grillo
Il parricidio, in aria da tempo, si è consumato! Il popolo a 5 Stelle ha deciso a maggioranza, ovvio; con una consultazione web, naturalmente, e nel tipico cliché vanfanculesco inevitabilmente, la cacciata del suo fondatore e l’inizio -forse- di un nuovo ciclo politico.
L’unica cosa certa, al momento, è l’archiviazione del “Movimento”! La rinnegazione (mai troppo tardiva) di tutto quello che il grillismo ha rappresentato nel nostro Paese: dall’incompetenza al potere, al governo dei “cittadini”: maschera drammatico-grottesca di un “sol dell’avvenire 2.0”.
Adesso si apriranno le porte dei tribunali, delle cause infinite, di possibili scissioni (come fanno presagire alcune dichiarazioni a caldo) e di una più meditata ma non certamente meno indolore diaspora.
Del resto, per non disperdere il consenso residuo, di fronte al nuovo condottiero Giuseppe Conte si prospettano essenzialmente due strade: restare nell’orbita progressista tentando di ritagliarsi un nuovo (ma inevitabilmente piccolo) perimetro d’influenza tra uno straripante Partito Democratico, sempre più volano d’attrazione per l’elettorato di sinistra ed un rampante partito rosso-verde dato in costante e progressiva crescita. Oppure virare tutto a mancina per tentare un riaggancio della scialuppa destrorsa già partner politico nel governo giallo-verde del Conte I.
Una prospettiva -quest’ultima- tutt’altro che fantasiosa se si considera -sul fronte opposto- il malessere ed il calo di consensi registrato anche nelle ultime tornate elettorali da un Carroccio che sembra soffrire oltremodo la presenza nel Governo di Giorgia Meloni.
Malessere rinfocolato anche dalla scontentezza degli amministratori locali, dalle sconfitte riportate nell’attività parlamentare: dallo stop al terzo mandato alla bocciatura parziale della riforma sull’autonomia tanto agognata dalle regioni del nord e, soprattutto, dalla nascita -proprio dalle costole leghiste- di tanti cespugli e cespuglietti quali il movimento del generale Roberto Vannacci (“Il mondo al contrario”) e quello già formalizzato alle elezione europee ed umbre del sindaco di Terni (“Alternativa popolare”).
Minacce, malcontenti, crisi elettorali e ricerca di una nuova proposta politica che, insieme, potrebbero costituire gli architravi di un nuovo puzzle (o di un nuovo polo) populista alternativo tanto alla sinistra quanto all’offerta politica di centrodestra.
Chimere? Può darsi! Ma una cosa appare evidente anche dal risultato delle ultime regionali: il nuovo partito di Giuseppe Conte, se resisterà alla traumatica cacciata di Beppe Grillo che ha già annunciato ricorsi, troverà pochissimo spazio a sinistra, tanto che guardarsi intorno (da qui le mani libere rivendicate da molte esponenti fedelissime di Conte) resterà -forse- l’ultima inevitabile e vitale chance.