Politica
Il populismo è un effetto della cattiva politica e non una causa
Macerata e non solo. Matteo Salvini e Simone Di Stefano sono la reazione, non la causa del populismo
I fatti gravi e recenti di Macerata ci danno la misura di quanto l’Italia sia divenuta una vera e propria polveriera per quanto riguarda il problema della immigrazione.
Ci troviamo in una situazione, per molti versi, ancor peggiore di quella che abbiamo dovuto affrontare con il terrorismo negli anni ’70.
Peggiore perché questa volta le variabili non sono completamente sotto il nostro controllo, anzi non lo sono per nulla avendo il problema origine da delicati assetti geo - politici mondiali su cui possiamo poco e quando abbiamo potuto il nostro governo ha agito male, facendosi surclassare dagli interessi stranieri.
Tutto nasce dalla tradizionale bramosia anglo-francese, sostenuta dai liberal Usa, sul mediterraneo ed in particolare su una nostra tradizionale zona di influenza, e cioè la Libia, ex colonia, nazione in cui gli anziani ancora capiscono l’italiano.
Specificatamente l’origine è nelle cosiddette “primavere arabe” ed in particolare quella tunisina che fece perdere influenza politica ai francesi, i quali non sapendo dove andare, guardarono con occhi vogliosi la nostra ex colonia. Vogliosi perché ricca di petrolio e con una imbarazzante -per loro presenza Eni.
I francesi, sostenuti come al solito dagli inglesi e dagli Usa, fecero fuori Gheddafi e Berlusconi non poté fare molto stante l’avallo del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (Pd). Tripoli fu bombardata e Gheddafi ucciso.
Intendiamoci, il leader libico era un dittatore, ma garantiva all’Italia gas e contenimento accurato dei flussi migratori.
Da quel momento la Libia, spaccata in due nelle tradizionali Cirenaica e Tripolitania, ha vissuto una guerra civile che vede, non a caso, gli anglo-francesi sostenere la parte politica avversa agli interessi italiani.
Da quel momento dicevo, un flusso inimmaginabile di africani si è riversato sull’Italia, non trovando più alcun ostacolo che li contenesse.
Questo uno degli effetti più dannosi delle primavere arabe, le “primavere di twitter”, come si potrebbero chiamare, che sono state utili solo agli anglo-americani e ai francesi contro il nostro interesse nazionale.
Da allora i governi hanno sempre ondeggiato cercando di capire cosa fare, prendendo tempo, rimandando, cincischiando, ammiccando. Poco tempo fa alcuni membri di Ong sono finite nel mirino delle procure per favoreggiamento della immigrazione clandestina.
Dunque anche il mito terzomondista delle Ong sta cominciando a mostrare i propri limiti.
Il governo Renzi, ultimo arrivato, non ha fatto niente per arginare il fenomeno, anzi l’ha utilizzato una volta in un verso e l’altra in quello contrario per opportunità politica, oscillando colpevolmente tra ideologiche aperture e improvvise chiusure, a seconda di cosa più gli convenisse.
Ha giocato con gli immigrati sulla loro pelle e su quella degli italiani.
E Papa Francesco c’ha messo il carico da undici non rinunciando alla tradizionale politica di ingerenza della Chiesa Cattolica, fatta di mieloso buonismo che ha danneggiato tutti, compresi i migranti stessi.
Il direttore Angelo Perrino ha centrato bene il punto in un suo editoriale odierno: i cosiddetti populismi venati di intolleranza razziale o se vogliamo proprio di “fascismo” non sono la causa ma gli effetti di una politica infingarda e inefficace.
L’invasione dell’Italia da parte di masse diseredate che oltretutto sono ermeticamente sigillate nel nostro Paese sia verso ovest che verso nord, dalla solita furbizia francese (sempre loro) e austriaca, rimbalza nella penisola provocando inevitabilmente problemi di ordine pubblico e delitti, visto che per sopravvivere spesso hanno solo l’illegalità come opportunità.
Il tutto poi in un quadro di finta ripresa economica che Gentiloni e Renzi vanno propalando ai quattro venti, ma gli italiani sanno benissimo che la crisi c’è ancora perché se ne fregano (per restare in tema) di dati statistici manipolabili, ma guardano solo i bar e gli esercizi commerciali che chiudono giorno dopo giorno.
C’è disoccupazione, c’è scarsità di alloggi, c’è fame tra gli italiani come mai prima d’ora si era visto e in un quadro simile è difficile essere prodighi verso gli altri.
Da qui il successo di movimenti come CasaPound e la Lega, contro cui l’ormai ex Presidentessa della Camera Laura Boldrini strilla e si dispera al grido di “populisti!”, non accorgendosi dei disagi che vivono quotidianamente la gente vera, non quella dell’alta borghesia a cui lei appartiene, in verità come molti esponenti di sinistra.
I recenti fatti di Macerata sono solo il detonatore inevitabile ad una situazione ingestibile, con il Ministro degli Interni il Pd Marco Minniti, apparso ondivago ed opportunista dal punto di vista politico, dopo essere caduto in disgrazia con il suo leader Matteo Renzi.
Nel frattempo sale appunto, la marea populista “neofascista” che si nutre del consenso dei cittadini per decenni lasciati nel degrado dalle istituzioni. Ne parla oggi sul Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia in un editoriale che ricostruisce, tra l’altro, proprio la genesi del fascismo dopo gli eccessi e le violenze del cosiddetto biennio rosso, nel 1919 -20.
Anche quella volta fu proprio l’opinione pubblica, stanca della illegalità non contrastata da parte della sinistra a propiziare la costituzione da parte di Benito Mussolini a San Sepolcro, a Milano, il 23 marzo del 1919, dei Fasci di combattimento.
Disse Mussolini nell’ultima drammatica e suggestiva intervista del 20 aprile 1945 data a Gian Gaetano Cabella, ex direttore del "Popolo di Alessandria", presso la prefettura di Milano:
“Io non ho creato il fascismo l’ho tratto dall’inconscio degli italiani”.
Ma torniamo al presente.
La misura è colma e così non si può andare avanti. Gli immigrati illegali devono essere prontamente rispediti indietro e si deve smetterla di fare politica sulle spalle della gente altrimenti, purtroppo, le “Macerate” rischiano di moltiplicarsi. La politica e quindi lo Stato agisca per ripristinare la legalità altrimenti perderà definitivamente il controllo del territorio e della fiducia dei suoi stessi cittadini.
Il clima che si respira tra la gente è pesante. Certamente non ci sono le raffinate considerazioni a cui assistiamo sui talk show, ma sarebbe un errore declassare il tutto a semplice “populismo” come fa una certa sinistra demagogica ed irritante. Il populismo, lo ripetiamo, è l’effetto non la causa. Matteo Salvini e Simone Di Stefano, sono la reazione anticorpale e non il problema.
A tal proposito è da citare il recente film “Io sono tornato” di Luca Miniero in cui Benito Mussolini ricompare in Italia dopo 80 anni e la trova distrutta e trova gli italiani completamente asserviti e non più pensanti, chini tutto il giorno sui telefonini e che per lui devono sembrare ordigni fantascientifici.
“Vi ho lasciato che eravate un popolo di analfabeti. Vi ritrovo 80 anni dopo che siete ancora un popolo di analfabeti”, dice il Duce in una scena divenuta ormai un cult.
Un film, tra l’altro, che ci fa capire la perdita dei valori degli italiani, che abbattono (mediaticamente)-ad un certo punto- Mussolini non per il suo passato, ma per aver sparato ad un cagnetto che lo aveva aggredito (e sarebbe interessante sapere cosa ne pensa a tal proposito l’animalista di destra Michela Brambilla e ancor più Mussolini su di lei…).
Nel docu - film ci sono interviste vere alla gente vera che vede nel problema della immigrazione selvaggia una delle cause principali del degrado e aderisce entusiasta alle parole del Duce che sa come lusingarli e trattarli.
La gente è stufa di vane parole e mediazioni continue delle forze politiche che nascondono solo giochetti elettorali per salvare la poltrona. In questa epoca di falsità dal sapore dolciastro della menzogna e dell’inganno la verità e il politically incorrect sono il nuovo oro.
Ne sa qualcosa Donald Trump, Presidente Usa, che ha vinto dicendo le cose che tutti pensano ma che per ipocrisia nessuno ha il coraggio di dire. Ha vinto Trump contro la falsa paladina dei poveri, la ricchissima Hilary Clinton.
Negli Usa hanno cominciato ad aprire gli occhi ed ora è il turno di farlo anche in Italia.