Il senso di Sensi per il web
L’ex premier Renzi ha detto nel suo discorso di analisi del risultato del voto del referendario di due settimane prima che “non ha funzionato il contrasto delle bufale sul web”.
Il tema è vasto e all’ordine del giorno non solo della nostra stampa domestica ma di tutta quella internazionale e riguarda il famoso dibattito sul concetto di “post - verità” che sembra infiammare (soprattutto) la sinistra mondiale dopo che Donald Trump ha vinto le elezioni Usa ma -soprattutto- le ha perse il duo Obama - Hillary che erano un po’ i paladini del politically correct e della Rete.
Rete che sembra non aver ricambiato la premura e che ha dimostrato che c’è un popolo -forse la maggioranza- di internauti che odia il politically correct.
Dunque Renzi non dice nulla di nuovo ma il fatto interessante è che il responsabile della comunicazione nel partito e soprattutto a Palazzo Chigi era (è) quel Filippo Sensi noto universalmente con il significativo acronimo Nomfup e cioè Not My Fucking Problem e cioè “non è mio fottuto problema”, acronimo che si badi bene utilizza anche quando gli si chiede un’intervista.
Ma non basta.
Sensi non è solo genericamente e classicamente un esperto di comunicazione è invece specialisticamente un esperto di comunicazione sulla mitica Rete, tanto da far dimettere (fu la svolta della sua vita professionale) un ministro inglese da semplice blogger.
Dunque se Renzi dice che è “fallita la comunicazione sul web” sta dicendo che ha fallito il suo guru Filippo Sensi.
Ma, allora perché sta ancora a Palazzo Chigi con uno stipendio che supera quello dei premier?
E qui entriamo nel campo della italionologia teorica e applicata. È noto infatti come il nostro Paese sia famoso ormai per il cosiddetto “mondo alla rovescia” dove si perseguitano gli innocenti e si osannano i colpevoli, dove il merito viene negato e il demerito regolarmente ricompensato.
L’ elenco dei miracolati nel governo Gentiloni è lungo.
Tralasciando il noto caso di Lady Etruria Boschi trombata al referendum, abbiamo la ministra della Salute la Lorenzin che ha fatto una campagna di informazione sanitaria semplicemente disastrosa, Angelino Alfano che da Ministro degli interni ci ha messo nei guai internazionali con il caso Shalabayeva, oppure il caso della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale indagata con due arrestati e prorogata per anni e il cui rinnovo è stato bocciato dalla Corte dei Conti perché i CV erano impresentabili del ministro Galletti, oppure per restare nel nuovo la ministra attuale dell’Istruzione Valeria Fedeli non laureata e non (pare) non diplomata (!) ma che aveva provato a taroccare il CV; insomma, sappiamo. È l’Italia.
Ma almeno Renzi sia coerente ed eviti di dire il peccato e non il peccatore anche se è un buon boy - scout.
E, soprattutto, il peccatore non sia glorificato ma espii.