Politica

Tolkien alla Galleria d’Arte Moderna, errore di Meloni: la letteratura non si espone

di Maurizio De Caro

La premier rende omaggio al suo scrittore preferito, ma nella location sbagliata

Episodio altamente spericolato poiché esporre la letteratura è quasi impossibile e nel caso di Tolkien forse ci saranno molti documenti, ma sicuramente non fondamentali, come le Lettere a Croce. Per il resto le grandi pareti espositive romane resteranno pericolosamente vuote e questo spiega l’aspetto teologico della mostra.

Non si contesta il soggetto esposto ma la location che francamente non appare significativa, né corretta, come se si volesse fare un’operazione di appropriazione politica degli spazi, ma senza un concreto progetto sociologico: un museo serve al esporre arte moderna e contemporanea, per il resto ci sono spazi adeguati e più significativi.

In questo caso sembra che si sia voluto fare un atto di forza per segnare il territorio, a scapito dell’universo indifferenziato di intellettuali più o meno significativi che storceranno il naso: ecco vedete che cosa combina la Meloni?

Ma era necessario? Sicuramente no. Poteva essere anche l’occasione per estrapolare alcuni significati profondi che sono presenti nella gigantesca opera tolkeniana, magari con percorsi tematici e illustrativi delle istanze che hanno trasformato testi di intrattenimento per i suoi figli in mitologie simboliche, certo amate moltissimo dai militanti della destra, ed estrema destra. Ma anche da molti altri, perché Tolkien ha venduto 150 milioni di copie nel mondo.

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