In Sicilia la Regione cala la scure sulle risorse per il trasporto pubblico
Oltre 23 milioni di euro in meno quest'anno, ulteriori tagli per 41 milioni per il biennio 2019/2020. In pericolo stipendi e servizi.
Tutti a piedi. Cittadini senza bus e tranvie. E’ questo il pericolo che corre la Sicilia in seguito alla decisione della giunta regionale di prevedere tagli alle risorse finanziarie destinate all’espletamento del servizio di trasporto pubblico in tutte le città della regione. Si tratta di tagli non indifferenti: oltre 23 milioni di euro per l’anno in corso e di ulteriori 41milioni per il biennio 2019/2020. “E’ una proposta -spiegano Claudio Iozzi (presidente di Asstra-Sicilia), Antonio Gristina (presidente Amat di Palermo), Puccio La Rosa (presidente Amt Catania), Giovanni Foti (presidente Atm Messina), Massimo La Rocca (amministratore unico Atm Trapani), Vincenzo Asaro (di Tua S.r.l. Trasporti Agrigento, gruppo Sais Trasporti)- che rischia in un solo colpo di cancellare il trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano in Sicilia, determinando inefficienze, diseconomie e sicuri licenziamenti per i lavoratori del comparto, oltre ad avere pesanti ripercussioni sul servizio offerto ai cittadini”. Se attuata, la proposta di riduzione degli stanziamenti contenuta nella legge di stabilità presentata dal governo Musumeci, sostengono i rappresentanti delle aziende siciliane che gestiscono il trasporto pubblico locale, avrebbe l’inevitabile effetto di determinare un forte squilibrio economico nei bilanci aziendali aprendo la strada a procedure di riduzione del personale impiegato. “Proprio per questa ragione -aggiungono- oltre a richiedere un urgente incontro con i vertici della Regione Siciliana per affrontare la questione, abbiamo deciso di convocare in ogni azienda le organizzazioni sindacali per spiegare la drammaticità della questione e valutare azioni comuni a difesa del tpl in Sicilia, delle aziende, dei lavoratori e dei cittadini utenti. Quanto sta emergendo -sostengono- rappresenta un evidente attacco al diritto al lavoro e alla mobilità dei siciliani. Ecco perché, in assenza di immediate e pronte rassicurazioni, siamo pronti ad avviare ogni utile azione a tutela delle aziende e dei suoi lavoratori”. Gli amministratori delle aziende sostengono che mai nessuna regione è intervenuta per ridurre le risorse al tpl dopo la stabilizzazione del Fondo nazionale trasporti. “E’ un segnale gravissimo e in totale controtendenza rispetto al resto del Paese. Al contrario, molte regioni anche al Sud hanno capito che il trasporto pubblico è un fattore di crescita per le collettività locali oltre ad essere un collante sociale essenziale. Regioni come la Calabria e la Liguria, che hanno molti meno abitanti della Sicilia, usufruiscono di fondi per il trasporto pubblico che superano di oltre il 50% l’ammontare delle risorse che la Sicilia assegna al settore”. Preoccupata dalla ventilata proposta di riduzione delle risorse anche l’Asstra nazionale. Per il presidente Massimo Roncucci si tratta di una “decisione gravissima che potrebbe determinare pesanti ripercussioni sulla tenuta di un settore che è ritenuto cruciale per lo sviluppo in Sicilia”.