Inchiesta Consip, lo Stato ne esce indebolito
Contrapposizione tra il Capitano Ultimo e un magistrato. Consip, Woodcock indagato per falso
La vicenda Consip sta diventando l’emblema significativo di un grave problema istituzionale che può avere effetti devastanti su una pubblica opinione già stremata ed infiacchita dallo stillicidio giornaliero su chi gestisce la macchina pubblica.
Se infatti dai tempi di Mani Pulite i cittadini avevano individuato in una classe politica “corrotta ed inefficiente” i guai presenti, passati e futuri di una nazione ora il campo di allarga fino ad includere altri settori dello Stato, considerati finora come un baluardo nei confronti della politica.
La vicenda Consip ci mostra una inquietante contrapposizione tra magistratura e carabinieri che non può non nuocere gravemente all’idea che il cittadino ha dello Stato, soprattutto di diritto.
Mi riferisco alla asprissima polemica tra il colonnello Sergio De Caprio, meglio conosciuto come Capitano Ultimo che arrestò il latitante Totò Riina insieme al maggiore del Noe prima capitano (nomina in questi giorni per una beffa degli automatismi di carriera) Gianpaolo Scafarto e la PM di Modena Lucia Musti riguardo al padre dell’ex premier Matteo Renzi.
La Musti ha riferito al Csm, ma Ultimo l’attacca.
Nel frattempo si viene a sapere che il PM Woodcock è indagato anche per falso, insieme a Scafarto, dai colleghi romani.
Tutto questo ha effetti di indebolimento sulla percezione dell’autorità dello Stato che dovrebbe preoccupare non poco il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che però, nel frattempo, tace.