Politica

Violenze sessuali, aumentano le aggressioni fuori dalle mura domestiche

di Roberta Nutricati

I casi di cronaca sembrano moltiplicarsi, ma è davvero così? Parla la vicepresidente del primo centro antiviolenza in Italia, il Cadmi di Milano

Le misure previste dalla legislazione sono efficaci o almeno, sufficienti o andrebbero riviste?

Sicuramente rinforzate, un nodo cruciale è il fatto che sia molto difficile ottenere una misura cautelare, perché servono certificati medici che dia riscontro oggettivo della violenza fisica. Sulla base di questo, restano fuori - ingiustamente - tutti i casi di violenza psicologica, che non ha effetti o ripercussioni meno gravi sulla salute fisica e psichica delle donne. Lo dicono anche i dati Istat pubblicati qualche giorno fa. Inoltre il magistrato ha il ruolo di tutelare sia i diritti della donna che del maltrattante indagato e questo - è doveroso precisarlo - non si discute. Ma se consideriamo che le dichiarazioni della persona offesa, per la legge penale sono testimonianze, bisogna darvi un seguìto nei casi in cui queste stesse siano obiettivamente allarmanti. Io, se esercitassi la funzione di magistrato, valuterei prioritariamente di intervenire in modo tempestivo. A volte poche settimane o giorni, a volte persino ore, sono fondamentali per scongiurare una violenza ulteriore o peggio, la morte.

Perché un magistrato non dovrebbe tutelare l’incolumità di una donna maltrattata?

Non è che non voglia, ma non tutti i magistrati hanno la stessa sensibilità. La riforma Cartabia infatti prevede la possibilità di un'archiviazione preventiva, cioè che non si arrivi proprio al dibattimento (in cui la donna parla, porta la sua storia ed eventuali testimoni, quindi si mette profondamente in discussione) perché il giudice ritiene che non ci sia “una ragionevole previsione di condanna”. Ciò genera frustrazione e infligge un’ulteriore ferita perché è come dire: “ma sì, quello che hai vissuto non è così grave, in fin dei conti andavi ugualmente a lavoro tutti i giorni, vedevi le amiche...”. Posso assicurare per la mia esperienza, che in alcuni casi ci troviamo di fronte anche a queste considerazioni, le stesse che frenano a monte il corso della giustizia, vale a dire, in sede di denuncia.