Politica

Italia: cercasi opposizione credibile. Dov'è la CGIL?

Giuseppe Vatinno

Sui social la polemica contro la latitanza dell'opposizione

Un punto su cui in questi primi mesi di governo giallo-verde non si è approfondito e discusso abbastanza è il perché l’opposizione si sia sostanzialmente disintegrata.

Forse qualcuno a sinistra spera e fa affidamento sulle iniziative della magistratura nei confronti di Salvini, ma sarebbe una scelta miope e pericolosa, in primis per l’opposizione stessa. La giustizia farà il suo corso e poi indagini ci sono anche dall’altra parte e il rinnovo del Csm garantisce un equilibrio di pluralità democratica di sensibilità in tal senso, qualora ce ne fosse bisogno.

Quella che invece manca è l’opposizione politica in senso letterale. Non basta certo un Maurizio Martina che improvvisamente riscopre le periferie e Tor Bella Monaca, oppure un Renzi che fa il presentatore televisivo a favore di telecamere “sui tesori di Firenze”.

E che fine hanno fatto i vari D’Alema, Bersani, Grasso? Hanno abdicato l’azione politica alle uscite estemporanee e ripetitive di Laura Boldrini? Se la sinistra fosse ridotta alla filosofia sessista dell’ex Presidente della Camera, vorrebbe dire che non ha svolto quel processo di analisi dei propri errori che era fondamentale nel Partito Comunista Italiano e conosciuta con il nome di “auto - critica”. Abbandonare il materialismo, sia pur in una versione evoluta e corretta e non più riferibile al Marx ottocentesco, per un post-materialismo leggero come una piuma che ha dirazzato dai temi sociali per i diritti civili delle minoranze, è stato l’errore più grande della sinistra stessa, lasciando, tra l’altro, praterie al cosiddetto populismo. Un’analisi interessante del fenomeno è stata fatta dal filosofo Diego Fusaro giungendo ad una sintesi, che unendo elementi di sinistra e destra, pare la chiave più adatta ad interpretare quello che sta accadendo.

Ma oltre i partiti dov’è la CGIL, il più grande sindacato italiano di sinistra? Dov’è Susanna Camusso, e dove sono CISL e UIL? Dov’è Maurizio Landini? Dov’è la FIOM?

L’eco di questo interrogativo sta generando discussioni interne ma pubbliche tra esponenti politici sui social.

La CGIL è accusata di aver fatto la guerra a Renzi ma non a Salvini.

Ma forse i sindacati non “fanno la guerra” ai giallo-verdi perché questo governo si è finalmente riappropriato delle tematiche sociali, da una prospettiva di destra.

Ad esempio ieri, Fulvia Bandoli, che è stata dirigente e parlamentare con i DS e poi con SEL ha dovuto rispondere, su Twitter, ai renziani del Pd che accusavano le minoranze di sinistra di eccesso di conflittualità con Renzi che avrebbe aperto le porte ai “fascisti”.

A Pisa, ex città rossissima, non si farà la festa dell’Unità, perché “la gente ci ha abbandonato”.

Si tratta di una profonda crisi non solo politica, ma ideologica della sinistra italiana (in un contesto internazionale), che per decenni ha abbracciato criticamente il mondialismo finanziario, producendo la sua stessa auto-distruzione. Finalmente Gad Lerner, che di tale sinistra è stato un esponente intellettuale, ha fatto autocritica; segno che i tempi stanno davvero cambiando.

E poi, un governo democratico forte e legittimato dal voto popolare ha bisogno di una opposizione credibile, per la sua fisiologia interna.