Politica
Lega, Giorgetti: "Draghi al Quirinale e poi al voto. Lui il nuovo De Gaulle"
Il ministro: "La coalizione di governo così non può reggere. Salvini? Parla di Berlusconi al Colle per evitare altri argomenti"
Lega, Giorgetti: "Draghi al Quirinale e poi al voto. Lui il nuovo De Gaulle"
Il governo Draghi continua ad affrontare le varie emergenze del Paese, da quella sanitaria con l'estensione del Green Pass per tutti i lavoratori, a quella economica con la pianificazione delle spese dei soldi che arrivano dall'Europa del Recovery Fund. Ma c'è un tema più caldo di tutti, in termini politici. Cosa sceglierà di fare Draghi a gennaio. "La vera discriminante politica per i prossimi sette anni - spiega alla Stampa il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti - è che cosa fa Draghi. Va al Quirinale? Va avanti col governo? E se va avanti con chi lo fa? Io vorrei che rimanesse lì per tutta la vita. Il punto è che non può. Perché appena arriveranno delle scelte politicamente sensibili la coalizione si spaccherà. A gennaio mancherà un anno alle elezioni e Draghi non può sopportare un anno di campagna elettorale permanente. L’interesse del Paese è che Draghi vada subito al Quirinale, che si facciano subito le elezioni e che governi chi le vince. Draghi diventerebbe il nuovo De Gaulle".
Giorgetti affronta anche le tematiche relative al suo partito. "La Lega - prosegue Giorgetti alla Stampa - è una sola, fatevene una ragione. Al massimo ci sono sensibilità diverse. Amando le metafore calcistiche direi che in una squadra c’è chi è chiamato a fare gol e chi è chiamato a difendere. Io per esempio ho sempre amato Pirlo. Qualcuno deve segnare, qualcuno deve fare gli assist. Il ministro boccia i due candidati sindaco di Roma e Milano di centrodestra. "Se al ballottaggio ci andassero Gualteri e Michetti, vincerebbe il primo e a Milano Sala può già farcela al primo turno". Sulle possibilità di Berlusconi al Colle: "Sono poche. Salvini rilancia la sua candidatura per evitare di parlare di cose serie. Quali? Draghi".