Politica

Lega, "Giorgetti vuole la Dc 2.0 e sa che Salvini non sarà mai premier"

Di Alberto Maggi

Luigi Bisignani analizza con Affaritaliani.it lo scontro nella Lega. Intervista

Resa dei conti nella Lega. L'attacco di Giorgetti a Salvini è stato esplicito questa volta. Where's the beef? Qual è l'oggetto del contendere nella sfida tra il segretario della Lega e il suo vice?
"Il problema non è Salvini contro Giorgetti o viceversa, ma Salvini contro Salvini".

In che senso?
"Dopo aver preso la Lega e averla portata oltre il 30%, Salvini sta infilando una serie dopo l'altra di incredibili gaffe. Ultima in ordine di tempo con il presidente brasiliano Bolsonaro".

Perché è stata una gaffe?
"Non c'era assolutamente bisogno di fare quelle sceneggiate. Biden è appena stato a Roma, Giorgetti è tornato da poco dagli Stati Uniti dove ha rappresentato il governo italiano, in questo contesto Bolsonaro è stato evitato da tutti i leader europei e mondiali. Che fa Salvini? Ha fatto certamente bene a ringraziarlo per Cesare Battisti, ma non doveva fargli da cavalier servente per due giorni. Esagerato e anche imbarazzante".

Giorgetti nel libro di Bruno Vespa ha detto in modo chiaro che Salvini dovrebbe fare l'attore non protagonista che, tradotto, vuol dire non può fare il presidente del Consiglio. Se non è un attacco questo...
"Ha detto una cosa ovvia. Salvini e Meloni non saranno mai premier. Per come è fatto il nostro Paese devono cercarsi un'altra collocazione".

Mi scusi, ma come è fatta l'Italia che non permette a due leader politici di diventare premier?
"Una volta esisteva il fattore K, oggi esiste il fattore SM (Salvini, Meloni). Sono due personaggi del Centrodestra che in Italia non saranno mai a capo del governo. E' evidente a tutti".

Che cosa avrebbe dovuto fare Salvini?
"Spostare la Lega verso il Ppe, come dice Giorgetti e come gli avevo consigliato mesi fa, facendo un congresso straordinario. In questo modo sta solo creando mostri buoni ma assurdi".

Chi potrebbe essere il nuovo leader della Lega e candidato premier, se ci fosse una svolta centrista?
"Zaia non vuole tornare a Roma e la sua ambizione è fare il commissario europeo. Giorgetti è troppo pigro per fare il presidente del Consiglio, quello più attrezzato è sicuramente Fedriga. Se cresce ancora un po', il Governatore del Friuli Venezia Giulia può diventare il segretario di una nuova Lega di centro".

Giorgetti ha anche detto che Draghi potrebbe guidare il convoglio dal Quirinale in una sorta di semipresidenzialismo...
"Messaggio che crea ulteriore confusione. Prima si elegge il presidente della Repubblica e poi si fanno le riforme. Parlare così oggi aggiunge solo caos".

Quella tra Giorgetti e Salvini è una guerra di potere?
"No, affatto. Non è una guerra di potere. E Giorgetti non fa nessuna guerra a Salvini. E Salvini che fa la guerra a se stesso. Giorgetti si è reso conto che lo spazio rivoluzionario che l'aveva fatto crescere negli anni scorsi si è ormai chiuso. L'Italia è cambiata e Salvini non l'ha capito, quel mondo a cui parlava non c'è più".

Qual è l'obiettivo di Giorgetti?
"Fare un grande partito di centro, la nuova Dc 2.0 come gli suggerisce il suo consigliere monsignor Liberio Andreatta, l'unica mente che capisce la politica italiana in Vaticano".

Nella Lega di oggi, quanti stanno con Salvini e quanti con Giorgetti?
"La Lega che guarda al futuro sta con Giorgetti, quella che guarda al passato con Salvini. Zaia e Fedriga, ad esempio, certamente hanno in mente un grande partito di centro".