Politica
Lega, nessuna slavina al Parlamento Ue con l'addio di Donato. "Anzi..."
Inside Lega, come viene vista nel Carroccio l'uscita dell'europarlamentare Francesca Donato
"Saluto, ringrazio e dico tanti auguri a chi va via". Matteo Salvini, leader della Lega, liquida con una battuta la decisione dell'europarlamentare Francesca Donato di lasciare il Carroccio. Nessuno ancora lo dice ufficialmente, nemmeno lei, ma tutti sanno perfettamente che Donato tra qualche settimana o al massimo mese passerà in Fratelli d'Italia ("Meloni coerente, ma il mio ingresso in FdI non è all'ordine del giorno", ha dichiarato questa mattina) come era facilmente intuibili.
Nella Lega, tra gli eurodeputati, non si registra alcun terremoto. "Rispetto le scelte personali di ognuno di noi, ma ricordo che dovremmo tutti essere grati a Matteo Salvini, altrimenti non saremmo qui a fare gli europarlamentari", sottolinea ad Affaritaliani.it Antonio Maria Rinaldi, economista e salviniano doc. Altre fonti del Carroccio spiegano che, probabilmente, qualcuno pensa già alle prossime elezioni e temendo che la Lega possa non ripetere l'exploit del 2019 "cerca casa altrove, magari in qualche partito oggi premiato dai sondaggi". Anche se, fa notare ancora Rinaldi, "chi in passato ha scelto di andare per un'altra strada oggi si sta già pentendo".
L'impressione, parlando sia con Salvini che con i vertici del gruppo leghista al Parlamento europeo è che non ci sia alcuno scossone tra i deputati europei del Carroccio. "L'uscita di Donato non è affatto l'inizio di una slavina, è un caso singolo che va rispettato ma che qui si chiude", spiegano autorevoli fonti di Via Bellerio. Tutti gli altri europarlamentari leghisti hanno confermato la loro massima fiducia in Salvini, in Marco Zanni, capogruppo di Identità e Democrazia, l'euro-raggruppamento guidato dalla Lega e nel quale figura anche il partito di Marine Le Pen, e in Marco Campomenosi, capodelegazione all'assemblea Ue del partito fondato da Umberto Bossi. "Non solo nessun altro uscirà, ma stiamo trattando l'ingresso di alcuni europarlamentari nel nostro gruppo", spiegano fonti salviniane che opera quotidianamente a Strasburgo e a Bruxelles. Sicuramente nessuno arriverà dal Partito Democratico, e per ovvi motivi nemmeno da Fratelli d'Italia, possibile qualche new entry o dai 5 Stelle (in molti non condividono la svolta di Giuseppe Conte) o, forse, da Forza Italia.
Molto salviniano e lapidario il commento di Luca Zaia all'addio di Donato: "Non so chi sia. Ma mi domando se sarebbe diventata parlamentare se non si fosse candidata con la Lega". Anche dal fronte dei leghisti duri e puri, per intenderci i più critici nei confronti del Green Pass obbligatorio, arriva la massima fedeltà al segretario federale. Insomma, chi sperava che fossimo all'inizio di un'emorragia dalla Lega rischia di restare deluso. Quanto alla frase dell'ex ormai ex eurodeputata leghista "ormai comanda Giorgetti", dall'entourage di Salvini nemmeno vogliono rilasciare commenti e bollano questa tesi come "strumentale" e fatta solo per attaccare il partito.
"Fare parte di un partito significa fare gioco di squadra: quando prevalgono ipersonalismi e le divergenze sono insanabili, bene che le strade sidividano". Così il capogruppo di Identità e Democrazia al parlamento europeo Marco Zanni e il capodelegazione della lega Marco Campomenosi riguardo alla notizia dell'uscita di Francesca Donato dalla Lega. "Proseguiamo il nostro lavoro e non diamo adito alle polemiche di chi, dopo aver messo in cattiva luce la Lega per giustificare il suo abbandono, getta discredito sui colleghi. Nel nostro gruppo non c'è spazio per chi agisce in questo modo", concludono gli eurodeputati.