Politica

Legge sulla natura: vince (per poco) la sinistra. Greta Thunberg è tornata

Di Giuseppe Vatinno

Passa la legge sul ripristino della natura, ma è una vittoria non frutto di equilibri politici modificati ma di pressioni emotive. Ecco perchè

L'obiettivo dell'Ue è ripristinare il 20% delle superfici terrestri e marine e il 15% dei fiumi. Dietro l'ok le "pressioni" degli attivisti. Analisi 

Sotto il ricatto degli ambientalisti estremisti il Parlamento europeo ha approvato ieri la Nature Restoration Low, la “Legge per il ripristino della natura”. La legge approvata a Strasburgo con 336 voti favorevoli e 300 contrari dà il segno di un Parlamento spaccato in due. L’approvazione ha un significato politico perché era appoggiata da Socialisti, Verdi, Sinistre e molti Liberali mentre contro aveva tutte le destre europee e soprattutto il Ppe, partito di maggioranza in Europa e che esprime Ursula von der Leyen del Ppe, una signora buona per tutte le situazioni, visto che è dovuta andare contro il suo partito.

LEGGI ANCHE: Legge sulla natura, niente rigetto. EuroParlamento, flop di Ppe e destre

Una sorta di prova per le prossime elezioni europee del 2024 che hanno visto la vittoria della sinistra. Tuttavia prendere questo risultato come indicativo sarebbe fuorviante perché il clima è un argomento che fa gioco a sé, completamente avulso dagli altri. Questo perché l’argomento è sostenuto dall’opinione pubblica mondiale, sapientemente pompata da una strategia comunicativa atta a lucrare fondi e prebende. Ma torniamo alla legge approvata che prevede che entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine e il 15% dei fiumi sia “ripristinato”. Con tale termine si intende che occorre recuperare il 20% del territorio togliendolo allo sviluppo economico e all’agricoltura.