Politica

Lo scioglimento delle Camere? Deve spettare al Primo Ministro

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

Pesi e Contrappesi della riforma sul premierato. L'analisi di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

Fiducia iniziale. Sì o No? No. Un Primo Ministro che goda della legittimazione popolare (anche col sistema indiretto che abbiamo delineato sopra) non necessita della fiducia iniziale da parte delle Camere. Davvero, non avrebbe senso. Il Primo Ministro deve poter liberamente nominare e revocare i ministri e presentarsi alle Camere per illustrare il suo discorso programmatico, senza il voto di fiducia iniziale. Ci ha già pensato il popolo a legittimarlo, per quale motivo dovrebbero farlo anche le Camere? A che titolo, visto che le Camere traggono legittimazione dal medesimo corpo elettorale?

Con l’assenza del voto di fiducia iniziale il Primo Ministro – come accade in Gran Bretagna – non deve preoccuparsi di raffazzonare voti in Parlamento o fare contratti di governo come succede in Germania. Il problema politico sorgerà semmai successivamente, a seconda dei numeri in Parlamento. Ecco perché, affinché il premierato funzioni, occorre evitare sistemi elettorali proporzionali che non prevedano premi di maggioranza.

Scioglimento delle Camere. Se il perno della nuova forma di governo gravita attorno alla figura del Primo Ministro, lo scioglimento delle Camere deve spettare al Primo Ministro. Attribuire tale potere nuovamente al Capo dello Stato aprirebbe a soluzioni pasticciate che, solitamente, tendono a ribaltoni, con il partito di maggioranza relativa che finisce all’opposizione. Occorrono tuttavia dei seri contrappesi. Vediamoli.

Contrappesi

Sfiducia costruttiva: il Parlamento può sfiduciare il Primo Ministro ed il suo governo con mozione di sfiducia costruttiva, cioè prevedendo – all’interno della mozione di sfiducia stessa – un’alternativa: il nome del nuovo Primo Ministro.

Controllo effettivo del Parlamento sul decreto con cui il premier scioglie le camere: affinché il Primo Ministro non sciolga le Camere a suo piacimento (i sistemi democratici moderni si fondano sul fatto che il Parlamento non possa dipendere dalle decisioni di Re o Primo Ministro), il decreto di scioglimento emanato dal premier dovrebbe poter essere respinto dalle Camere entro 10-15 giorni dalla sua emanazione (a maggioranza relativa ovviamente, per non svilire il Parlamento). Il decreto di scioglimento entrerebbe così in vigore solo se le Camere non provvedessero a respingerlo entro un determinato periodo di tempo. È un potere di controllo forte, ma necessario.