Politica

Lo scontro Stato-Regioni fa male alla democrazia

Di Ernesto Vergani

Il federalismo è uno dei punti essenziali delle democrazie evolute. Dovrebbe quindi suscitare dubbi la frase del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in vista dell'incontro coi responsabili degli enti locali sulla legge di Stabilità: "Adesso con le Regioni ci divertiamo, ma sul serio". Per giunta anche l'elezione diretta dei politici è un altro punto delle democrazie evolute. E anche rispetto a ciò, l'Italicum, la nuova legge elettorale, è notevolmente lontana dall'elezione diretta. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, sostiene che ammonterebbero a 17 miliardi i risparmi chiesti nel triennio 2016-19.

Sarebbero a rischio addirittura i farmaci salvavita. Nelle Regioni e nella pubblica amministrazione ci sono tanti sprechi. L'aspetto gestionale/tecnologico delle procedure andrebbe sicuramente migliorato. Come la gestione del personale. Come già scritto, la soluzione per eliminare i fannulloni sarebbe l'abolizione del contratto a tempo indeterminato per tutti, dal presidente della Repubblica all'ultimo cittadino. Con valore retroattivo. Regioni ed enti locali, se poveri e se non funzionano, sminuiscono i politici alla loro guida. Regioni ed enti locali sono un patrimonio della democrazia perché vicini ai cittadini (lo stesso meccanismo dell'elezione diretta, io eleggo chi conosco, per così dire il mio vicino). La tendenza al centralismo, lo scontro tra Governo ed enti locali, a maggior ragione per la storia della Repubblica italiana, sono un fenomeno alquanto antidemocratico.