Politica

Luigi Di Maio ha la sua Commissione sulle Banche

Giuseppe Vatinno

Luigi Di Maio ottiene la firma del Capo dello Stato per la Commissione di inchiesta sulla banche. Il caso Paragone.

Il Presidente della Repubblica ha promulgato la legge che istituisce la Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ma accompagna l’atto con l’invio di una lettera ai Presidenti di Camera e Senato a cui chiede di vigilare attentamente sull’attività della Commissione stessa per il rischio di debordare nella incostituzionalità.

Mattarella è preoccupato per eventuali rischi sulla erogazione del credito e per l’indipendenza di Bankitalia e Bce, oltre che di Consob e Ivass.

Il Quirinale nella sua missiva non mette in dubbio le prerogative sovrane del Parlamento per la nomina di Commissione di inchiesta, ma pare preoccupato perché in questo caso la Commissione può analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento.

Insomma, il Capo dello Stato paventa un possibile controllo dell’attività creditizia da parte di gruppi pur sempre ispirati dalla politica.

Ma la vera preoccupazione di Mattarella è che in qualche modo la Commissione possa influenzare la Banca d’Italia che è una autorità indipendente: "Ricordo che né le banche centrali né, tantomeno, la Banca centrale europea possono sollecitare o accettare istruzioni dai governi o da qualsiasi altro organismo degli Stati membri".

Altro punto chiave è il timore che la Commissione possa interferire con l’attività della magistratura, avendo i suoi stessi poteri e da qui l’esortazione che i Presidenti del Senato e della Camera, nell'esercizio delle loro prerogative, seguiranno con attenzione lo svolgimento dei lavori della Commissione affinché sia assicurato il rispetto dei limiti derivanti dalla Costituzione e dall'ordinamento della Ue nonché il rispetto dei diversi ruoli e responsabilità". 

Il provvedimento è un successo politico di Luigi Di Maio e dei Cinque Stelle che mettono in carniere un altro colpo dopo quelli recentissimi della Via della Seta e del viaggio del vicepremier in America, in cui ha fatto un’ottima impressione a Wall Street e a Washington.

Infatti sono stati proprio i pentastellati a richiedere con decisione questa Commissione in seguito alle cosiddette truffe bancarie che hanno visto tanti risparmiatori gettati sul lastrico.

Di Maio a tal proposito ha dichiarato:

“Ora io voglio che la Commissione di inchiesta sui truffati dalle banche parta. Non possiamo aspettare altri 2, 3, 4 mesi. Dobbiamo portare in audizione gli attori coinvolti in quel disastro. Dobbiamo capire cosa accadde. E dobbiamo parallelamente e velocemente riformare le norme a tutela di risparmiatori e investitori. Servono pene severe per chi manipola i mercati, per chi compie truffe bancarie e che ad oggi, sorprendentemente, secondo le normative vigenti, rischia di cavarsela solo con 3 mesi di carcere. Tre mesi, ma ci rendiamo conto? È assurdo! Noi invece vogliamo portare la pena minima a 4 anni, vogliamo che quanto verificatosi non si ripeta mai più. Vogliamo cambiare le cose. Vogliamo riformare le regole sulla vigilanza bancaria sia in Italia che in Europa e maggiore chiarezza sulle regole in tema di ‘aiuti di Stato’. Lo dico forte e chiaro: su questo punto non accetteremo compromessi. Invito il Mef a firmare subito il decreto e su tutto il resto mettiamoci al lavoro. Con responsabilità e senso dello Stato, mettendo da parte le parole. E arrivando ai fatti”. 

Ora resta da capire se il Presidente di questa Commissione sarà Gianluigi Paragone come il capo politico dei Cinque Stelle chiede da tempo.

Pare ci siano delle resistenze dal Quirinale sul suo nome per via dell’idea che possa condurre la Commissione come uno sei suoi talk show, almeno questo dicono i giornaloni.