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"M5S, Conte onorerà l'impegno preso". Grillo blinda l'ex premier. Il post

La rivoluzione MiTE del MoVimento 5 Stelle

"Un mese fa Giuseppe Conte ha detto 'per il Movimento 5 Stelle ci sono e ci sarò'. E' un impegno che ha preso pubblicamente e che intende onorare.

Gli è stato chiesto di scrivere insieme un progetto per il futuro del Movimento. Non parliamo di un futuro a breve termine ma dell'unico orizzonte che una forza politica moderna deve considerare: il 2050". Così Beppe Grillo in un post.

"Dopo la caduta - davvero non necessaria - del governo di Giuseppe Conte - scrive ancora Grillo -  il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha proposto a tutti i partiti di partecipare a un governo di emergenza sanitaria, economica ed ecologica presieduto da Mario Draghi. La grande maggioranza della popolazione dichiara, secondo i sondaggi, di aver fiducia in Draghi. Una minoranza, invece, lo guarda con sospetto o addirittura avversione. Starà a lui e a noi 5 Stelle di dimostrare chi dovrà cambiare opinione su quello che egli farà. Non su quello che ha fatto".

IL POST INTEGRALE DI BEPPE GRILLO

La rivoluzione MiTE del MoVimento 5 Stelle

Lo stato delle cose

di Beppe Grillo – Ha scritto il Professor Antony Patt, coautore dei rapporti sul clima dell’ONU: “Nel 1941, poco dopo l’inizio della guerra mondiale negli Stati Uniti, il Presidente Roosevelt convocò i responsabili dell’industria automobilistica americana per un incontro. Spiegava loro quanti aerei, carri armati e veicoli di rifornimento dovevano consegnare, e le persone interpellate si ritiravano.” Signor. “Presidente,” hanno detto, “è impossibile, così non possiamo più costruire automobili per gli americani.” Il Presidente rispose, “Signori, non capite, finché non vinciamo questa guerra, non consegnate automobili al popolo americano.” E aveva ragione su di lui. Il primo gennaio 1942 le vendite di veicoli civili sono cessate e tutte le capacità di produzione sono state convertite in armi. Il resto è storia, incluso il fatto che le case automobilistiche, tornando alla produzione di auto, hanno raggiunto un livello senza precedenti.”

O con le buone o con le buone

Come disse Roosvelt nel 1941, “Signori, non capite” è ciò che ora il Movimento 5 Stelle dice ora al Paese e a tutti coloro che siedono nel governo e in Parlamento. In un anno tutto è cambiato. Per restare fedele a sé stesso cambia anche il MoVimento 5 Stelle. Cambia parole. Cambia metodo. “O con le buone o con le buone” è ora il nostro motto.

O con le buone o con le buone il Paese sta affrontando la pandemia nel 2021. O con le buone o con le buone, il Movimento 5 stelle promuove il cambiamento del Paese. Sia per il 2021, sia per il 2050.

Il dramma della pandemia ci ha fatto riscoprire la solidarietà come la chiave del futuro. Non tutto il male vien per nuocere. Perché di ancor più solidarietà avremo bisogno nei prossimi decenni. Altrimenti, nessuno si salverà da solo.

Un piccolo virus ha generato un enorme problema. Un piccolo Movimento – ora cresciuto – vuole generare un’enorme soluzione. Il “mondo di dopo“ non sarà come il “mondo di prima”. Non sarà un semplice “riaccendere la luce”, come ha detto il Presidente Draghi. “Il mondo di dopo” sarà il mondo per il 2050, non solo il mondo per il 2021.

Perché il Movimento Stelle nel Governo di Mario Draghi

La pandemia ha scatenato una crisi sanitaria e economica senza precedenti. Purtroppo questa crisi è solo il precursore dei drammi ancora maggiori che la comunità umana ha già cominciato ad affrontare per far fronte al crescente sconvolgimento del clima, all’inquinamento crescente di aria, mari e suoli dell’intero Pianeta, alla accelerazione della scomparsa di migliaia di specie che costituiscono la meravigliosa biodiversità della nostra “casa comune”, come la chiama Papa Francesco.

Dopo la caduta – davvero non necessaria – del governo di Giuseppe Conte, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha proposto a tutti i partiti di partecipare a un governo di emergenza sanitaria, economica ed ecologica presieduto da Mario Draghi. La grande maggioranza della popolazione dichiara, secondo i sondaggi, di aver fiducia in Draghi. Una minoranza, invece, lo guarda con sospetto o addirittura avversione. Starà a lui e a noi 5 Stelle di dimostrare chi dovrà cambiare opinione su quello che egli farà. Non su quello che ha fatto.

Mario Draghi è da decenni un uomo di banca dello Stato e poi degli Stati europei. Come altri banchieri centrali e statisti in altri Paesi dice di aver capito quale è la vera sfida del secolo: “Lasciare un buon Pianeta, non solo una buona moneta”. Lo prendiamo in parola. È su questo impegno che l’Italia del 2021 e l’Italia del 2050 lo giudicheranno.

Il Movimento 5 stelle per il Piano di Ripresa da 210 miliardi

Il MoVimento 5 Stelle ha deciso di non sottrarsi alle sue responsabilità di primo partito in Parlamento. Daremo il meglio per contribuire a fare un uso più lungimirante possibile dei 210 miliardi che l’Unione Europea – anche grazie al Presidente Giuseppe Conte – mette straordinariamente a disposizione dell’Italia per uno straordinario Piano di Ripresa (PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in inglese: Recovery Plan).

L’urgenza per il 2021 e la previdenza per il 2050 devono combinarsi, non ostacolarsi. Da una parte l’Italia deve mirare alla più immediata efficacia del Piano di Ripresa per alleviare, qui e ora, il dramma di chi è colpito fisicamente, psichicamente e economicamente dalla pandemia e dalle dolorose restrizioni necessarie. Dall’altra l’Italia deve impegnarsi perché il Piano di Ripresa siano il catalizzatore dello sviluppo sostenibile dell’Italia 2050.

Antropocene: il debito col Pianeta è più grave dei debiti con la moneta

Da mezzo secolo le politiche dei Paesi industriali si sono ridotte a saltare da una emergenza alla successiva, occupandosi solo delle cose urgenti e mai di quelle importanti a lungo termine. E’ così che le società industriali hanno creato involontariamente l’Antropocene, l’era geologica dove l’azione sconsiderata umana modifica il Pianeta più di quanto facciano le forze naturali del Pianeta stesso. L’umanità ha così accumulato con il Pianeta un “debito ecologico” colossale. Il nostro debito col Pianeta è molto più grave di tutti i nostri debiti con la moneta.

È per questo che l’Italia, con mezzo secolo di colpevole ritardo – e noi non ci chiamiamo fuori – finalmente avvia una profonda Transizione Ecologica e Solidale che copre tutti gli aspetti del vivere e del produrre, invece di essere considerata solo uno dei tanti rami dell’albero dell’economia.

Un rivoluzionario Ministero e un rivoluzionario Comitato interministeriale

Per partecipare a questo governo di emergenza il MoVimento 5 Stelle ha posto due condizioni tassative: l’istituzione di un Super Ministero della Transizione Ecologica, il MiTE, e soprattutto l’istituzione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, il CITE, sotto la responsabilità diretta del Presidente del Consiglio. Dell’attuale, e di tutti quelli futuri. Abbiamo voluto fermamente questa rivoluzione irreversibile per il bene del Paese e dei nostri nipoti nei prossimi decenni, qualunque sarà il governo e chiunque sarà fino al 2050 il Ministro della Transizione. Se qualcuno sapesse fare ancora meglio di noi, ben venga. Ma dovrà convincere gli Italiani. Intanto facciamo noi gli apripista.

L’istituzione del Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, il CITE è ancora più importante di quella del Ministero della Transizione, perché il CITE coordina numerosi ministeri chiave ed è praticamente un “governo nel governo”.

I progetti finalmente finanziabili della Transizione Ecologica avvieranno da oggi e per sei anni strutture e mutamenti statuali, economici e tecnologici, posti di lavoro, redditi e profitti cruciali per i prossimi decenni. L’emergenza sanitaria durerà forse qualche mese o qualche anno. La ben più grave emergenza ecologica, invece, si aggraverà ulteriormente nei decenni per i nostri figli e nipoti, se l’intero Paese non agisce immediatamente per contrastarla.

La Transizione Ecologica e Solidale è la radice del benessere, non uno dei suoi rami

La Transizione Ecologica non è una nuova etichetta per le vecchie politiche ambientali, che cercavano di riparare qualcuno dei danni che il modo economico del secolo scorso faceva e fa ancora alla salute delle persone e della natura. La Transizione Ecologica non è uno dei tanti rami dell’albero dell’economia o della politica. La Transizione Ecologica è la radice dell’albero del benessere. Dal suo successo dipende la salute di tutto l’albero, di tutti i suoi rami e di tutte le sue foglie.

“Tutto andrà bene” solo se tutti staranno bene

Se la Transizione Ecologica non sarà anche solidale ed equa, essa fallirà. E’ questa la grande lezione che abbiamo chiesto personalmente di raccontarci a Nicolas Hulot, da quarant’anni “Monsieur Environnement” in Francia, invitato invano nel governo dagli ultimi quattro Presidenti, il creatore del primo “Ministero della Transizione Ecologica e Solidale” . Il governo ha fallito – ci ha detto il dimissionario Hulot – per due motivi. Primo, non ha reso la transizione equa e solidale, generando così le violente proteste dei “gilet gialli”, approvate da decine di milioni di persone. Il governo ha addirittura abbassato le tasse ai più ricchi. Dopo le dimissioni di Hulot il governo ha tolto la parola “solidale” dal nome del Ministero, snaturandone la mission. Secondo motivo del fallimento: il Presidente Macron – dice Hulot – ha trattato la Transizione come un tema tra tanti, e non come “il tema” di tutte le azioni del governo.

Allora, avanti un altro! Ora tocca all’Italia, il terzo Paese al mondo a provarci. Noi 5 Stelle, il governo Draghi e tutti i partiti, anche quelli ora all’opposizione, devono imparare dagli errori francesi sulla Transizione Ecologica!

In ogni Paese, decine di milioni di cittadine e cittadini parteciperanno attivamente alla Transizione solo se non saranno assillati, come ora, dalle ristrettezze e dalla paura del domani. Non solo il Paese deve a loro giustizia, ma anche loro – come tutti noi – devono al Paese il loro impegno per una Transizione Ecologica e Solidale. Senza l’impegno attivo anche della metà più svantaggiata e sfruttata della popolazione l’Italia non ce la può fare. Davvero, “tutto andrà bene” solo se tutti staranno bene.

I milioni di cittadine e cittadini che in ogni nazione dovranno cambiare o adattare la loro professione potranno farlo senza traumi solo se il potere pubblico li sosterrà completamente nella loro riqualificazione. Lo Stato dovrà sostenerli “costi quel che costi”, ossia “whatever it takes”, come già disse il Presidente Draghi quando si trattò di salvare la moneta comune. Ora è la volta di salvare la “casa comune”, ossia la biosfera.

Pur con i miliardi dell’Unione Europea, la Transizione Ecologica non sarà a costo zero. Chi ha le spalle più grosse sarà chiamato a contribuire in proporzione alle sue forze al bene comune, come prescrive la Costituzione.

La Transizione Ecologica e Solidale costa. Ma ci fa risparmiare

Sì, dapprima la Transizione non sarà a costo zero. Sulla media distanza però i costi economici e sociali della Transizione saranno molto minori del costo di non farla, come nel 2006 l’economista britannico Sir Nicolas Stern calcolò e scrisse nel suo celebre “Rapporto Stern sull’economia del clima”, commissionatogli dalla Regina. Nel 2021, dopo quindici anni di quasi inazione, il costo del non agire si avvia verso il raddoppio – ci ammonisce ora Sir Stern.

Creare imprese nel quadro della Transizione Ecologica vuol dire creare imprese che durano nel tempo e che possono vincere in Italia e all’estero le sfide del futuro. Vuol dire creare occupazione, reddito e nuovi lavori nei settori che domineranno il futuro, non nei settori destinati a estinguersi, come per esempio l’economia che ruota intorno ai combustibili fossili, gas, petrolio e carbone. Nei paesi ricchi, i combustibili fossili hanno permesso il boom consumista del 20° secolo, ma saranno le energie rinnovabili a creare entro il 2050 il benessere sostenibile del 21° secolo.

Nel giro di pochi anni ogni Paese sarà costretto dalla natura a dotarsi di un Super Ministero della Transizione ecologica che coordini l’azione dell’intero governo. Ce lo impone il crescente dissesto sociale, economico e ecologico del Pianeta. Ebbene, dal febbraio del 2021 l’Italia è il terzo paese al mondo ad essersi dotato di questo Super Ministero del futuro. Il MoVimento 5 stelle rivendica il merito di questa innovazione. Ne siamo fieri perché questo è un Ministero per tutti, non il Ministero di un partito. In una società solidale l’unica vera vittoria di ognuno è solo quella che fa vincere tutti.

Siamo fieri di essere stati noi 5 Stelle a mettere l’asticella così in alto. La nostra speranza è di vedere tutti gli altri partiti diventar capaci di saltare così in alto. La sfida del futuro è aperta.

Conta il peso, non il numero dei Ministeri

Nella trattativa con il Presidente Draghi il MoVimento 5 Stelle ha puntato sulla sostanza e sul peso dei ministeri ai quali ci siamo candidati, non sul loro numero. Nessun ministero è “minore”, ma c’è un “Ministero maggiore”, quello della Transizione Ecologica e Solidale. Esso è per i prossimi decenni “il Ministero del futuro di tutti”, non il bottino di un partito. È il catalizzatore dell’orientamento ecologico dell’intero governo. Per ora andiamo avanti noi, ma saremmo solo felici se altri politici di altri partiti imparassero presto a guidare questa “macchina del futuro” facendo tesoro dei nostri successi e anche dei nostri errori. Qualunque partito gestirà il MiTE nei prossimi decenni dovrà fare i conti per la fine del 21° secolo, non per la fine della legislatura. Il 2050 è domani, ed è di tutti. La Transizione Ecologica o sarà per tutti o non sarà.

Più giustizia sociale e più diritti per i deboli

Da sempre il Movimento 5 Stelle ha alcuni principi irrinunciabili: una più equa distribuzione delle ricchezze, dei diritti e dei doveri, l’integrità ecologica, la trasparenza, la tutela prioritaria dei più deboli e più svantaggiati. Grazie a questo Governo e al MoVimento 5 Stelle lo sviluppo sostenibile e il precetto della tutela nella natura locale e globale – da anni reclamati da molti – saranno scritti nella Costituzione. Ci piacerebbe che all’inizio della Costituzione si scriva anche questa frase “La forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri” con cui inizia la Costituzione del popolo Svizzero

Da trent’anni grido nel deserto

Sono trent’anni che parlo, grido e scrivo della tutela dell’ambiente, del contrasto al consumismo, della riduzione dell’uso di energia, dei materiali e del tempo di lavoro. In buona parte grazie al Movimento 5 stelle questi temi sono finalmente arrivati in Parlamento e poi al governo, compatibilmente con i compromessi necessari nei governi di coalizione.

A dodici anni dalla fondazione del Movimento 5 stelle, il 4 ottobre 2021, giorno di San Francesco, molti dei nostri obiettivi fanno parte dell’agenda di governo di un Paese del G7, la nostra Italia. Il Movimento 5 stelle si sta allenando da anni per questo momento! Abbiamo fatto errori. Chi non ne fa? Ma ci siamo mossi come rabdomanti su terreni non ancora esplorati da noi, né da altri. Solo chi non fa non sbaglia.

Portare le idee di progresso al governo crea il benessere di tutti

Il Movimento 5 Stelle è nato per portare al governo le migliori idee di progresso, quelle che sono la continuazione delle idee che in duecento anni hanno edificato in Europa una società più giusta e più prospera. Quei progressi sociali ottenuti dalle lotte dei nostri nonni e genitori ora sono messi a repentaglio se non gli affiancheremo il progresso ecologico.

La Transizione Ecologica è un evento storico inevitabile per ogni paese e per l’intera umanità. Non è la bandiera di un partito. Alcuni partiti la promuovono più attivamente, altri la avversano o trascinano i piedi. Ebbene, anche a quelli che non condividono le nostre idee apriamo le braccia e diciamo: partecipate anche voi al progresso sociale ed ecologico, magari con qualche idea anche migliore delle nostre. Perché “la storia siete anche voi. Attenzione, nessuno si senta escluso”. Il progresso sociale e ecologico verrà comunque con o, purtroppo, senza di voi.

Le elezioni e le politiche di Roma Capitale

Proprio in Italia un grande manager e visionario Italiano, Aurelio Peccei fondò il Club di Roma, il profetico organismo internazionale di scienziati ed economisti che lanciò per primo, con un approccio scientifico, l’allarme globale con il suo storico rapporto “I limiti alla crescita”, tradotto in cinquanta lingue e venduto in decine di milioni di esemplari. Proprio alla nostra Capitale spetta quindi il compito di mettere in pratica le visioni del Club di Roma e di catalizzare la Transizione Ecologica non solo nel suo ambito geografico ma anche potenziando la collaborazione  con le più avanzate capitali europee. Il Movimento 5 stelle governa Roma da cinque anni. Non è stato facile. Possiamo fare meglio, con l’aiuto di tutti. Insieme al nuovo Super Ministero per la Transizione Ecologica il Comune di Roma, con la sindaca Virginia Raggi, è in buona posizione per dare nuovo slancio ecologico alla Capitale. Siamo orgogliose e orgogliosi di avere scelto per sindaco una donna, come a Parigi, Barcellona, Zurigo e in atre grandi città europee.

Giuseppe Conte e il rinnovamento del MoVimento 5 Stelle

Un mese fa Giuseppe Conte ha detto “per il Movimento 5 Stelle ci sono e ci sarò”. È un impegno che ha preso pubblicamente e che intende onorare. Gli è stato chiesto di scrivere insieme un progetto per il futuro del Movimento. Non parliamo di un futuro a breve termine ma dell’unico orizzonte che una forza politica moderna deve considerare: il 2050.

Il Movimento è il primo protagonista politico a lanciare la parola d’ordine “2050”. Non chiediamo di meglio che diventi la parola d’ordine di tutti: governo, partiti, aziende, cittadine e cittadini. Perché davvero, “nessuno si salverà da solo”, come dice Papa Francesco.

“Il mondo di dopo” sarà diverso dal “mondo di prima”. E il Movimento 5 stelle lavora perché sia un mondo migliore.