Politica
Governo, Conte attacca Draghi sul Pnrr e la crisi è sempre più vicina
SuperMario Draghi mette a tacere i partiti? Per nulla: l'esecutivo può saltare già a giugno
Governo, torna con forza l'ipotesi di elezioni a settembre/ottobre
Pace nel governo? Crisi scongiurata? SuperMario è tornato e con la sua autorevolezza (?) ha messo a tacere i partiti? Neanche per sogno. Il faticoso compromesso trovatop sul tema delle concessioni balneari (ddl concorrenza) e sulla riforma del catasto (delega fiscale) non deve illudere nessuno: la crisi di governo a giugno e le elezioni politiche anticipate tra settembre e ottobre restano un'ipotesi molto concreta.
La prova arriva la durissima nota di oggi del Movimento 5 Stelle "Con i rincari delle materie prime e dei costi dell'energia i Comuni rischiano di infilarsi in un 'cul de sac' con conseguenze devastanti per le casse comunali. A generare forte apprensione, in particolare, sono le modalità con cui, di fatto, verranno elargite le risorse del PNRR e i costi che si troveranno a dover anticipare i Comuni", si legge in una nota congiunta di Roberta Lombardi, Responsabile del Comitato M5s Enti Locali, dei sindaci 5 Stelle, e dei capigruppo 5s delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, Daniela Torto e Vincenzo Presutto.
"La criticità maggiore è rappresentata dal fatto che arriveranno milioni di euro ma queste risorse saranno spalmate su cinque anni. Per tutti quei progetti che richiederanno tempistiche minori, i Comuni dovranno anticipare le spese. Già questo sarebbe complicato in condizioni normali, ma ora, con i rincari legati all'energia, che stanno mettendo in difficoltà gli enti locali, e gli aumenti sulle materie prime, la cosa diventerebbe devastante. Si rischia di non realizzare alcun progetto. - spiegano i portavoce M5s - Sarebbe quindi opportuno che il Governo istituisca un fondo dedicato ai Comuni che copra, almeno in parte, questi oneri prevedendo impegni di spesa pluriennali garantiti dallo Stato e strumenti, come la Cassa Depositi e Prestiti, per l'anticipazione di somme che non eroda la capacità di indebitamento".
Ecco invece alcune proposte per far fronte ai rincari sulle materie prime: "L'utilizzo di ribassi di gara per adeguarsi al prezziario 2022, la possibilità di ridimensionare i progetti per stralci funzionali e la possibilità di ottenere fondi integrativi su richiesta dell'ente e non delle aziende. Infine sarebbe opportuno una riduzione del Fcde e, nei prossimi bilanci di previsione, ci si possa basare sulla percentuale di riscossione media degli ultimi 5 anni. Tutto questo è emerso da un incontro fra sindaci del Movimento 5 Stelle e nostri portavoce al Parlamento. Il dialogo e il confronto è alla base del modus operandi del Movimento 5 Stelle e sarà fondamentale per essere incisivi in questa situazione. Auspichiamo che il Governo voglia recepire in fretta il grido d'allarme degli enti locali rispondendo con soluzioni efficaci", concludono i portavoce M5S.
Una presa di posizione, quella del Movimento guidato da Giuseppe Conte, molto chiara e forte. Un pressing che torna incessante sul presidente del Consiglio. Ma la vera "bomba" sull'esecutivo, come spiegano ad Affaritaliani.it fonti qualificate di governo, resta il tema del termovalorizzatore di Roma, inserito nel dl aiuti ed energia. Il Pd, che guida la Capitale con Roberto Gualtieri, conferma che l'opera va realizzata senza se e senza ma, ma i pentastellati, tutti, "non la voteranno mai", spiegano le fonti.
Non solo. Conte, d'accordo con i ministri grillini, è pronto allo strappo e se Draghi dovesse mettere la fiducia sul provvedimento che comprende il termovalorizzatore a Roma i parlamentari del M5S usciranno dall'Aula o si asterranno, ma non voteranno a favore. E a quel punto partirà la slavina, con il Pd che non vuole restare al governo da solo con il Centrodestra e la Lega che non vuole restare in maggioranza con due minoranze agguerrite (M5S e Fratelli d'Italia) che hanno vita facile all'opposizione.
E infine l'Ucraina. A giugno, dopo il Consiglio europeo, dovrebbe esserci un nuovo voto sull'invio delle armi a Kiev e anche su questo fronte Conte (e in questo caso anche Salvini) sono pronti allo strappo. Insomma, giugno sarà davvero caldo, caldissimo, bollente e la crisi potrebbe essere solo questione di settimane. Altro che pace ritrovata e SuperMario che mette tutti d'accordo...
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