M5s "incapaci" e Di Maio "non all'altezza": Imposimato si smarca da Grillo
Clamorosa intervista di Jacopo Iacoboni al giudice Imposimato, mai così duro con Grillo e Casaleggio. E su Di Maio: "Una delusione"
"Incapaci": Ferdinando Imposimato formula il suo verdetto sul M5s e la sentenza è spietata. Intervistato dal fenomenale Jacopo Iacoboni sulla Stampa, il giudice Imposimato, proposto dai grillini come Presidente della Repubblica, e da molti anni vicino al Movimento Cinque Stelle, si smarca clamorosamente da Beppe Grillo e ne ha da dire su tutti, in particolare su Luigi Di Maio. Luigi Di Maio in cui, un tempo, lo stesso Imposimato sosteneva di riconoscersi.
È vero che era stato invitato alla convention della Casaleggio a Ivrea e ha deciso di non andare? gli domanda per esempio Jacopo Iacoboni.
"Come l’ha saputo? Ero stato invitato ma, pensi lei, a sentire, non a parlare. Le pare normale? Io, che sono stato il candidato al Quirinale del Movimento? Io, che sono un simbolo per loro, il giudice coraggio per i ragazzi grillini? E invece a parlare c’erano personaggi come De Masi (il sociologo Domenico, NdR). Perché, ho pensato, devo andare ad ascoltare uno che ha fatto campagna per il sì al referendum? E poi avevano chiamato gente della Trilateral, si rende conto? La grande sostenitrice del governo Renzi. Hanno poi fatto un incontro sulla giustizia, chiamando Cantone, e non me…".
E come se lo spiega?
"Certamente il M5S vive di contrasti interni. Io sono contro le correnti, ma sono anche per il dissenso motivato. E se non sono d’accordo, lo dico. Scrivo e parlo per quella parte di Movimento che vuole salvare il Movimento".
La Raggi le ha mai dato ascolto?
Non ho rapporti con la Raggi.
E sui leader del M5s, Imposimato è tranchant. Oltre a definirli "incapaci", confida, infatti, a Iacoboni:
"Grillo lasciamo perdere, non parlo con Grillo. Ho un buon rapporto con Davide Casaleggio, ma ultimamente le sue scelte mi lasciano perplesso".
Ma è su Di Maio che il parere del giudice è più lapidario:
"Per me è stata una delusione Luigi Di Maio. L'ho sostenuto, ma non credo sia all'altezza della situazione. Se tu ti metti a fare una legge elettorale così sballata, fatta di nominati, con un accordo opaco con Renzi e Berlusconi, vuol dire che non sei capace".
Un'intervista scoop che pare non sia per niente (e c'era da aspettarselo) piaciuta al vicepresidente Di Maio e che alla Camera sta già facendo discutere i parlamentari pentastellati, specie i detrattori del "premier in pectore" che gongolano sotto i baffi. Sicuramente le dichiarazioni rilasciate alla Stampa catapulteranno Ferdinando Imposimato, fino a poche ore fa beniamino del M5s, nell'inferno dei "traditori" pagati dai poteri forti e dalla Casta. Farà la stessa fine di Stefano Rodotà, che passò "dalle stelle alle stalle" in brevissimo tempo, diventando da candidato al Quirinale (e osannato in un corteo per le vie di Roma al grido di "Ro-do-tà, Ro-do-tà"), a "ottuagenario miracolato"?