M5s, Alessandro Di Battista candidato sindaco di Roma se Raggi dovesse cadere
Si fa sempre più strada l'opzione "Dibba" per arginare le mire della Lega di Salvini sulla Capitale
Virginia Raggi condannata e costretta a lasciare la poltrona di sindaco? Niente paura, tra i vari "piani B" al vaglio del m5s c'è anche quello più clamoroso di tutti - e probabilmente il più efficace. Candidare alla carica di primo cittadino della Capitale Alessandro Di Battista, così da rendere difficoltosa la conquista annunciata del Campidoglio da parte della Lega di Matteo Salvini.
Il 10 novembre, giorno della sentenza riguardo al caso Marra, si avvicina e la spada di Damocle di una condanna per la sindaca grillina si fa sempre più incombente. Molti sono convinti che sarà assolta, ma in ogni caso - se dovesse restare al suo posto - nel 2021 (fra poco più di due anni) si terranno nuove elezioni capitoline e al Movimento serve un nome forte per poter arginare le mire del Carroccio sull'Urbe.
Dibba è senz'altro la persona giusta. In primis, a differenza di molti altri "big" pentastellati già arrivati al secondo mandato, ha sapientemente evitato di ricandidarsi restando di fatto come "riserva". A parere di qualcuno, l'ex deputato attualmente in America Latina per un sabbatico sarà il prossimo candidato premier del m5s in caso di fallimento di Luigi Di Maio (anche lui giunto al secondo mandato), ma - se il governo dovesse durare e la Raggi dovesse cadere a Roma - egli sarebbe per il m5s romano "acciaccato" dai tanti problemi e dai guai giudiziari che hanno investito la giunta capitolina, l'unico asso nella manica per poter affrontare le elezioni comunali con la possibilità di vincerle. Salvo ovviamente l'opzione di candidare un nome illustre esterno al M5s, che però potrebbe incontrare l'opposizione della base.
Di Battista, dal canto suo, ha dichiarato che tornerà per Natale, come un novello Gesù Bambino, e di sentire la mancanza della "piazza". Piazza che potrebbe tornare a fomentare da candidato sindaco di Roma. Secondo indiscrezioni, egli accetterebbe di buon grado l'investitura, e - a questa eventualità - Matteo Salvini vede già un po' più lontano il Cupolone.
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