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Manovra "deludente", il Cdx perderà 1 mln di voti. In crescita... Le stime

di redazione politica

Le conseguenze della Legge di Bilancio per il 2024 sulle intenzioni di voto dei partiti

Dal punto di vista demoscopico, ad assorbire di più il “prezzo” della delusione dovrebbe essere il partito di maggioranza relativa, ossia FdI. Che, di qui a fine anno, potrebbe perdere un punto percentuale abbondante nelle intenzioni di voto, riportandosi a quota 28. Mezzo punto percentuale potrebbe essere invece il calo per la Lega, che potrebbe provare a recuperare terreno su altri temi importanti per l’elettorato (per esempio, ridando vigore al suo storico cavallo di battaglia elettorale, ossia l’immigrazione). Sostanzialmente invariata dovrebbe rimanere Forza Italia, meno esposta sul piano demoscopico relativamente alla manovra economica in questione. Un altro mezzo punto potrebbe essere sottratto alle formazioni minori. La coalizione di centro-destra dovrebbe insomma perdere fra i due e i tre punti percentuali (approssimativamente un milione di voti). A chi andranno?

Un’ipotesi di lavoro, da verificare le prossime settimane, è che questi voti in uscita dal centrodestra potrebbero in qualche parte confluire sul “centro” (che resterà, nel complesso, un centro medio-piccolo, ma che potrebbe appunto trarre vantaggio da questa fase di stasi progettuale, in campo economico, del centrodestra).

Non ci sono invece al momento elementi che possano far pensare a un irrobustimento a breve del Pd, di cui non è ancora chiaro quale sia il programma economico alternativo a quello del centrodestra.

Potrebbero piuttosto essere i Cinque Stelle a crescere, non per un travaso dal centrodestra bensì per un recupero dall’astensione, a causa del disagio creatosi, in un segmento di elettorato, per il ridimensionamento del reddito di cittadinanza. Un paio di punti percentuali potrebbero essere la misura concreta della crescita per il M5S.

In sintesi, il bilancio finale potrebbe essere questo: due o tre punti in meno per l’attuale maggioranza, un punto e mezzo in più per il centro (le formazioni di Renzi e Calenda), un punto e mezzo o due in più per il M5S; e saldo invariato per il Pd. Certamente, è solo un’ipotesi. Ai sondaggi delle prossime settimane il compito di verificarla empiricamente.