Politica
Mattarella esclude il bis e avvicina le elezioni nel 2022. Ecco perché
O il Presidente si fa dire 'resta' dai partiti o ci sono poche alternative a Draghi al Colle
Parole inequivocabili. Chiarissime. Sergio Mattarella manda un segnale esplicito alla politica e ai partiti: non ci sarà nessun bis e nessun allungamento del suo mandato come accadde con Giorgio Napolitano. "Tra otto mesi il mio incarico termina, come sapete l'incarico di Presidente della Repubblica dura sette anni, io sono vecchio, tra qualche mese potrò riposarmi", ha detto il presidente della Repubblica rispondendo alle domande di alcuni bambini in una scuola primaria di Roma. "Quando mi è stato chiesto se ero disposto a essere eletto presidente della Repubblica - ha spiegato Mattarella- mi sono preoccupato perché conoscevo quanto sia impegnativo e faticoso il compito del presidente. Ma ci sono due cose che aiutano: ho chiamato intorno a me dei collaboratori molto bravi che mi aiutano a decidere in modo tempestivo e appropriato. Poi in Italia in base alla nostra Costituzione non c'è un solo organo che decide ma tanti organi diversi, le decisioni sono distribuite tra tante persone. Le decisioni che toccano di più' la vita dei cittadini - ha detto il capo dello Stato - le prende il governo molte le prende il governo. Il presidente della Repubblica deve conoscere tutto, seguire tutte le decisioni degli altri per poter eventualmente intervenire con dei suggerimenti. L'attività è impegnativa ma tra otto mesi il mio incarico termina".
E adesso? Le parole di Mattarella sono rimbalzate immediatamente in Parlamento e alla Camera e al Senato si è ufficialmente aperta la partita per il Quirinale 2022. Anche se, va detto, c'è anche chi non esclude che il Presidente abbia usato queste parole, da buon democristiano, per farsi dire dalle forze politiche 'no, resta, per favore'. Fatto sta che, con Mattarella out, l'ipotesi quasi scontata, l'unica che riuscirebbe a mettere tutti (o quasi) d'accordo con un'elezione al primo turno, è quella di Mario Draghi capo dello Stato. Il problema è che l'ex presidente della Bce di mestiere ora fa il premier delle larghe intese e non esistono due Draghi (come vorrebbe Renato Brunetta). La conseguenza dell'elezione del presidente del Consiglio al Quirinale sarebbero le elezioni politiche anticipate tra aprile e maggio del prossimo anno. Su questo sono convinti tutti i partiti, dall'ex maggioranza giallo-rossa al Centrodestra.
L'unica possibilità di trovare un Presidente super-partes, spiegano sia dal Pd sia dalla Lega, è quella dell'attuale ministra della Giustizia Marta Cartabia. Ma ci sono due punti che giocano contro l'ex numero uno della Corte Costituzionale. Non essendo mai stata eletta in Parlamento è una sorta di incognita politica, nessuno sa bene quali siano i suoi orientamenti sui grandi temi interni e internazionali e questo spaventa e preoccupa un po' le forze politiche. Secondo punto: Cartabia di estrazione viene da Comunione e Liberazione ed è quindi una centrista come Mattarella, mentre finora al Colle c'è sempre stata un'alternanza tra un Presidente di centro e uno di sinistra. Alternanza che verrebbe meno e che potrebbe portare non pochi grandi elettori di sinistra, Pd in testa, ad affossare Cartabia nel segreto dell'urna.
C'è poi la strada politica e l'unica è quella di un esponente del Partito Democratico. Ma, visti i numeri risicati, con i delegati regionali a maggioranza di Centrodestra, serve una figura che riesca a tenere uniti sia i 5 Stelle sia i renziani. Non può essere Romano Prodi, che non avrebbe i voti di Italia Viva e che scatenerebbe l'ira delle destre, rovinando così il clima di unità nazionale faticosamente costruito con Draghi a Palazzo Chigi. Gli unici due big Dem spendibili, forse, potrebbero essere Dario Franceschini e Graziano Delrio. Sul primo, però pesano i dubbi dei renziani, mentre il secondo non convince in pieno i pentastellati. In sostanza, dicono in Parlamento, Mattarella esclude il bis e, indirettamente, avvicina le elezioni politiche nel 2022.