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Politica
Meloni, il piano per fermare l'avanzata leghista in Europa. Esclusivo

Domenica la Lega riunisce le destre europee a Firenze. Così Meloni tenta di non farsi scavalcare da Salvini

 

Si avvicina la manifestazione della Lega domenica a Firenze con i leader europei del gruppo euroscettico Identità e Democrazia, da Marine Le Pen a Geert Wilders, fresco vincitore delle elezioni in Olanda. Il quadro è chiaro: Salvini non intende risparmiarsi nella prossima campagna elettorale europea e intende farlo contendendo a Giorgia Meloni lo spazio elettorale di destra.

Quando dice “basta veti nel centrodestra, spero che nessuno voglia sostenere un governo europeo con i socialisti”, Salvini parla a nuora (Tajani) perché suocera (Meloni) intenda e si candida a fare da garante di una destra alternativa alla sinistra. Lo stesso messaggio che proprio Meloni, fin dai tempi del patto anti-inciucio, usó per marcare le distanze da un alleato che aveva sostenuto Conte e Draghi. Eppure i maggiorenti meloniani ufficialmente tacciono, non rispondono alle punzecchiature leghiste ma rassicurano che non hanno “alcuna intenzione di fare coalizioni con la sinistra in Europa”, una scelta che tradirebbe le radici stesse di FdI.

Intanto derubricano l’evento di Firenze come una legittima manifestazione del gruppo ID e proprio dalla Toscana, precisamente da Pistoia, anticiperanno i cugini leghisti. Niente piazza ma un convegno del gruppo ECR tutto incentrato sulla difesa dell’agricoltura europea dalle politiche ultra-green di Bruxelles tanto care proprio ai socialisti di Timmermans. Presenti i vertici europei di FdI Fidanza e Procaccini, il Ministro Lollobrigida e ospiti stranieri tra cui il Commissario Ue Wojchiekowski  (espressione del partito ultraconservatore PiS) e il leader della destra rumena George Simion, a lungo conteso da ID e ECR e ora stabilmente nell’orbita di questi ultimi.

In fondo, fanno notare quelli della Fiamma, “oltre all’evento di Pistoia, anche noi ad Atreju avremo un momento europeo con i nostri alleati conservatori di ECR. È fisiologico serrare i ranghi in campagna elettorale”. Insomma in FdI le priorità sembrano chiare: non compromettere il dialogo con la Commissione guidata da Ursula Von der Leyen che ha collaborato con Meloni sui migranti (Tunisia e Albania) e approvato le modifiche al Pnrr, non farsi scavalcare a destra da Salvini mantenendo vivo il rapporto col Ppe, mettere a riparo la navigazione del Governo Meloni da qui al voto di giugno.

Obiettivi apparentemente inconciliabili che però finora la premier ha perseguito con innegabile capacità. E intanto i suoi colonnelli sembrano molto più interessati ad incrociare le spade con gli alleati sulla scelta dei candidati governatori di Sardegna e Basilicata, piuttosto che sul futuro delle alleanze a Bruxelles.

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