Politica
Meloni da Trump per far capire al tycoon che l'Ue non è solo Macron. Obiettivo "zero dazi" (ma non subito)
Il dietro le quinte del viaggio della premier il 17 negli Usa

Meloni spiegherà che un'intesa serve a entrambe le sponde dell'Atlantico
Ora è ufficiale: il prossimo 17 aprile Giorgia Meloni sarà a Washington per l'atteso viaggio, il quarto, negli Usa da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca (lo ha annunciato lo stesso capo del governo nel corso dei tavoli con le categorie a Palazzo Chigi). E pochi giorni dopo vedrà a Roma il vice-presidente J.D. Vance.
L'obiettivo della premier, spiegano fonti FdI, non è quello di fare miracoli e di cancellare i dazi con un viaggio, anche perché come ha spiegato oggi il capo-delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza, "siamo solo all'inizio e la premier farà di tutto per tutelare l'interesse nazionale". Il senso del faccia a faccia con il tycoon è quello di utilizzare l'ottimo rapporto personale (Trump definì la presidente del Consiglio una "donna meravigliosa") per far capire che l'Unione europea non vuole dire solo Emmanuel Macron. Non vuol dire "guerra commerciale e ritorsioni con contro-dazi".
E soprattutto spiegare che un'intesa serve a entrambe le sponde dell'Atlantico. Sia per non far esplodere l'inflazione negli Usa, che aggiungendosi alla possibile recessione potrebbe portare all'incubo stagflazione (il peggiore degli scenari economici), sia per costruire un nuovo modello di rapporto tra Usa e Ue, anche in chiave anti-Cina. O comunque un fronte comune, come ha spiegato Fidanza, per fronteggiare le ritorsioni economiche di Pechino, pronta a vendere titoli di Stato Usa (lo sta già facendo sui mercati) mettendo in difficoltà l'economia Usa e il bilancio statale americano con l'aumento dei tassi di interesse e dei debiti pubblici.
Meloni farà anche da garante sulla volontà politica di Ursula von der Leyen di ricercare a tutti i costi una soluzione politica e negoziale per arrivare a quel "zero dazi" auspicato da Elon Musk al congresso della Lega a Firenze. Una missione non facile ma a Palazzo Chigi c'è ottimismo, cauto, e la speranza è quella di arrivare almeno a una moratoria in tempi brevi per poi costruire un dialogo serio e costruttivo. Anche se l'annuncio di oggi di dazi al 104% sulla Cina da parte degli Usa rischia di peggiorare una situazione già non particolarmente rosea. Ma una cosa è chiara: l'Italia non tratterà direttamente con Trump ma lo farà a nome dell'Ue, anche se questo infastidisce non poco Macron e il futuro cancelliere tedesco Merz. La premier infine conta anche sul buon rapporto con il primo ministro britannico Starmer, rapporto con il Regno Unito cementato dalla visita in Italia di Re Carlo e della consorte Camilla.
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