Politica

Trump contro l'Europa. E Meloni? Difenderà gli interessi italiani e non quelli di Bruxelles. Inside

La premier ponte con l'America? Dopo le parole a Davos...

Di Alberto Maggi

È una partita complicata eppure, tra le timidezze di Bruxelles e i “vorrei ma non posso” del debolissimo asse Macron-Scholz, Meloni è l’unica che sembra poterla giocare da protagonista


C’è il Trump dell’Inauguration Day di pochi giorni fa a Washington. E c’è quello di ieri al World Economic Forum di Davos. Il primo, con Giorgia Meloni sua ospite sul palco d’onore, finisce con l’ignorare praticamente del tutto l’Europa. C’è chi dice non a caso: l’alone di mistero che fino all’ultimo ha avvolto la scelta di Meloni se partecipare o no altro non sarebbe stato che la volontà di accertarsi che, nei suoi primi passi alla Casa Bianca, Trump non sparasse sull’Europa davanti alla premier italiana rischiando di metterla in imbarazzo.

 Il secondo Trump, quello di Davos, è invece un fiume in piena contro gli squilibri regolatori e commerciali tra USA e UE. Quella frase “Amo l’Europa ma ci tratta molto male”, seguita da un elenco piuttosto dettagliato di doglianze, lascia presagire un rapporto complicato. E la domanda che tutti si pongono è: riuscirà davvero Meloni a fare da ponte tra Europa e America, difendendo gli interessi europei senza apparire subalterna all’alleato americano? In questo clima è oggettivamente una sfida da far tremare i polsi, senza contare che Meloni ha sempre rivendicato di avere come unica stella polare in politica estera la difesa dell’interesse nazionale italiano. Da cui l’altra domanda: tra interesse italiano e interesse europeo, qualora non coincidessero (come spesso accade), quale sceglierebbe? Dalla cerchia meloniana la risposta a caldo è scontata: “quello italiano!”.

La sensazione è che all’Europa converrebbe sedersi presto al tavolo negoziale con la nuova amministrazione Trump, su tutto. A partire dal gas, partita su cui il 47esimo Presidente è già stato piuttosto esplicito. Comprare GNL made in USA può essere il modo più immediato per allentare le tensioni ed evitare una guerra dei dazi che farebbe felice soprattutto la Cina, la quale avrebbe buon gioco a scaricare sul mercato europeo la sua sovrapproduzione a basso costo, colpendo di riflesso le industrie europee. È una partita complicata eppure, tra le timidezze di Bruxelles e i “vorrei ma non posso” del debolissimo asse Macron-Scholz, Meloni è l’unica che sembra poterla giocare da protagonista. Perché? La risposta ce la dà un importante dirigente tra i più vicini alla premier: “Semplice, perché può vantare tre elementi non da poco: idee chiare, stabilità di governo e accesso diretto alla Casa Bianca. Dal portone principale".

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