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Politica
Mes, Lega: "Soldi italiani per le banche tedesche. Non lo approveremo mai"
Marco Zanni

"Non capiamo perché si debbano utilizzare i soldi dei cittadini italiani, di aziende, lavoratori, famiglie, per andare a salvare, per esempio, una banca francese o una banca tedesca"

 

Marco Zanni, europarlamentare della Lega, presidente del gruppo Identità e Democrazia, parla a tutto campo con Affaritaliani.it all'indomani del no del Parlamento italiano alla ratifica del Mes. L'uomo di riferimento di Matteo Salvini in Europa assicura: "Il Mes non lo approveremo mai".

La Camera ha bocciato la proposta di ratifica della riforma del MES: quella contro il Meccanismo europeo di stabilità è una battaglia storica della Lega, in Italia e in Europa. Siete soddisfatti?
"Assolutamente sì, finalmente giunge a conclusione un dibattito ultradecennale e anacronistico su uno strumento di cui l’Italia non ha mai avuto bisogno. Non è solo una vittoria della Lega, che ha portato questo tema al centro del dibattito quando in Italia e in Europa non ne parlava nessuno e portato avanti con coerenza fin dal primo giorno una battaglia di buonsenso, ma una buona notizia per tutto il Paese, un segnale forte e importante contro i ricatti e le condizionalità dell’Ue, a difesa della sovranità nazionale".

Come mai questa avversione allo strumento?
"Non capiamo perché si debbano utilizzare i soldi dei cittadini italiani, di aziende, lavoratori, famiglie, per andare a salvare, per esempio, una banca francese o una banca tedesca. Se avessimo approvato quello strumento, poi non ci sarebbe stato alcun modo di opporci alle decisioni del direttore generale, né tramite il Governo né tramite il Parlamento, con buona pace della sovranità nazionale". 

Eppure oggi sono in molti, specialmente nel centrosinistra, a parlare di occasione persa. Che cosa risponde?
"Ce lo aspettavamo, per loro è ovviamente una sconfitta. E’ singolare che forze politiche che si lamentano del debito pubblico, al tempo stesso facciano il tifo per il Mes, nei fatti sostenendo un debito creato dallo strumento che dovrebbe essere poi ripagato dai soldi degli italiani. Un enorme controsenso. E le vestali del Mes che per anni hanno ripetuto il mantra “ce lo chiede l’Europa”, oggi affermano che 'bisogna fare presto altrimenti da gennaio resteremo senza backstop per le crisi bancarie'. Una fake news bella e buona, questa interpretazione non ha senso".

Ovvero?
"Oltre alla nostra contrarietà sul piano politico, dal punto di vista tecnico è necessario ricordare che il backstop non proteggerebbe nessuno, perché entrerebbe in vigore solo dopo l'applicazione del bail in. E va ricordato che i depositi inoltre godono di garanzia incondizionata fino a 100 mila euro per depositante. Inoltre, esiste già un backstop, il fondo di risoluzione unico (SRM, parte del secondo pilastro del progetto di Unione bancaria) che in 10 anni è stato riempito dai contributi delle banche ed entrerà a regime nel 2024 con circa 60 miliardi di fondi. Se proprio si ha timore che non sia sufficiente, invece di chiedere soldi ai contribuenti basterebbe chiedere alle banche - che stanno macinando utili incredibili - di destinarne parte ad aumentare la dotazione del fondo. Senza dimenticare che, come accaduto anche in recenti crisi bancarie e durante gli ultimi 10 anni in eurozona, sappiamo che le banche centrali possono fornire liquidità infinita al sistema bancario, anche in caso di crisi o in un processo di risoluzione. Non si capisce quindi come qualcuno possa razionalmente pensare che uno strumento di questo genere sia più utile ed efficiente dell'azione della Bance Centrale Europea. Così Stati Uniti e Svizzera hanno risolto le recenti grandi crisi bancarie: non strumenti astrusi come il Mes, ma interventi potenti, veloci e coordinati delle loro banche centrali".

Quindi un “no” al Mes né ora né mai?
"Questo per fare capire che chi grida al "fate presto" sul Mes o ha scarsa conoscenza dell’argomento oppure è in malafede e sa bene che il Mes riformato serve a ben altri scopi, sicuramente meno nobili. In ogni caso no, lo abbiamo sempre detto, lo abbiamo dimostrato con i fatti e lo ribadiamo ancora forte e chiaro: così com’è, il Mes non lo approveremo mai".

Che cosa significa questo risultato, in prospettiva elezioni europee 2024?
"Noi non abbassiamo la guardia. Ora in Europa lo sforzo politico si concentri per destinare alla crescita e allo sviluppo le ingenti risorse bloccate in uno strumento legato al passato come il Mes. Dall’Italia ieri un segnale importante, che ci dà una forte carica: avanti così, per cambiare questa Europa".
 

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