Politica
Mes, sì alla riforma senza usarlo. Il compromesso che salva Conte
Affaritaliani.it svela la via d'uscita alla quale sta lavorando la maggioranza
Primo punto: il Movimento 5 Stelle non ha mai condiviso la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità così come uscito nei giorni scorsi dall'Eurogruppo. Il ministro dell'Economia Roberto Gulatieri aveva fatto un passaggio parlamentare nelle commissioni competenti ma non c'era stato alcun voto. E soprattutto non c'è mai stato l'ok ufficile dei pentastellati alla revisione del Mes. Punto secondo: il 9 dicembre si vota in Aula la riforma e il governo rischia una clamorosa spaccatura, che fare dunque?
Secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare, si starebbe lavorando a un compromesso in grado di salvare l'Italia e il governo. Il no alla riforma del Mes, infatti, oltre a mettere in pericolo l'esecutivo, visto il sì di Partito Democratico e renziani, avrebbe conseguenze sul Recovery Fund. Conseguenze, soprattutto sui tempi, che il nostro Paese non può permettersi visto la crisi economica sempre più grave.
A questo punto si profila un compromesso che è quello di votare in Parlamento una risoluzione della maggioranza che dia il via libera alla revisione del Meccanismo europeo di Stabilità, per non creare problemi con i partner europei e quindi sugli aiuto Ue, ma che contenga al suo interno anche una clausola nella quale si affermi che almeno al momento l'Italia non utilizzerà i fondi del Mes per la sanità.
In questo modo il premier Giuseppe Conte e il ministro Gualtieri salverebbero la faccia a Bruxelles, Pd e Italia Viva sarebbero parzialmente accontentati e il M5S, al quale non interessa tanto la riforma quanto il non utilizzo del Mes, avrebbe vinto una battaglia fondamentale che porta avanti ormai da mesi.
Non solo, così facendo verrebbe anche disinnescata la decisione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia di seguire la Lega e Fratelli d'Italia sul no alla riforma del Mes. La maggioranza troverebbe l'ennesima quadra su un tema spinoso e delicato evitando conseguenze sulla stessa tenuta del governo.