Politica
Migranti Cpr, muro dai governatori. A Parigi confini blindati e nuovi centri
La questione migranti è sempre più calda: arriva il no dei governatori all'apertura di Centri di permanenza e rimpatrio sui propri territori
Migranti, Bonaccini: "Per ora solo parole al vento dal governo. No ai Centri di permanenza e rimpatrio"
Con i migliaia di sbarchi a Lampedusa degli ultimi giorni, la goccia ha fatto traboccare il vaso. I governatori regionali, da Bonaccini a De Luca, sembrano schierarsi compatti contro la proposta dei Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr): di fronte all'emergenza immigrazione, i colori politici stanno cedendo il passo al pragmatismo; lo stesso a cui invoca il presidente della Regione Emilia-Romagna.
"Il governo ha pienamente fallito la gestione degli arrivi e la redistribuzione dei migranti, anche molti sindaci di centrodestra stanno dicendo che così non può funzionare. Ho chiesto un incontro al ministro Piantedosi, ancora senza risposta". Così il presidente dell'Emilia-Romagna e del Pd Stefano Bonaccini a 24 Mattino su Radio 24. "Se il governo decide di fare tutto a Roma... parlano di autonomia - aggiunge - e poi dall'alluvione ai migranti centralizzano tutte le decisioni senza alcun confronto con le Regioni e con gli enti locali, senza un piano condiviso", "se ne assumeranno la responsabilità, continueranno a sbagliare".
Leggi anche: Migranti, Tajani spiazza Salvini: nuovo scontro tra Forza Italia e Lega
Bonaccini chiede attenzione al governo su quattro punti: un tavolo operativo sui migranti, accoglienza diffusa, equa ripartizione, stanziamento di fondi adeguati ai Comuni per l'accoglienza dei minori non accompagnati che "sono tutti a carico degli enti locali".
"Io sono abituato a discutere di cosa si vuol fare", dice poi, rispondendo a una domanda sulla disponibilità della Regione a ospitare un Centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) per i migranti. "Questo è il Governo che parla di autonomia - sottolinea - e che sta invece centralizzando tutte le decisioni a Roma senza confronto con gli enti locali". Quelle sui Cpr "al momento sono parole al vento. Per me di Cpr non se ne parla assolutamente".
Cpr, De Luca perplesso: "Da Governo solo titoli e propaganda, non capiamo cosa voglia fare"
"Noi non abbiamo capito ancora cosa vuole realizzare il Governo, quindi siamo nell’impossibilità di esprimerci”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, rispondendo a una domanda sulla posizione della Campania in merito alla realizzazione di un centro di permanenza e rimpatrio. “Noi abbiamo già centri di accoglienza in Campania”, ha ricordato De Luca, dicendosi “convinto che sia un problema drammaticamente complesso, nel quale dovremmo fare uno sforzo per evitare demagogia e propagandismi, come quelli che abbiamo conosciuto da parte dell’attuale maggioranza di Governo. Ma dovremmo trovare una linea di condotta comune nel nostro Paese, perché il tema davvero è di una complessità enorme e riguarderà un’intera epoca”.
Leggi anche: Migranti, nuovi Cpr e trattenimento di 18 mesi. La stretta del governo Meloni
Sbarchi, la Toscana battagliera: "Il problema è come accoglierli, non come buttarli fuori"
Non darò l'ok a nessun Cpr in Toscana. Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori". Così il governatore toscano Eugenio Giani che si chiede: "Cosa c'entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali?". E col governo è subito polemica.
"Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subito la risposta che dai è 'faccio i Cpr' cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio".
Leggi anche: Migranti, Musk: "Soros guida l'invasione in Italia. Ecco qual è il suo piano"
Calabria, Occhiuto propende per il metodo "un po' per uno non fa male a nessuno": "ogni Regione faccia propria parte su Cpr"
“La Calabria, come anche la Sicilia, Regioni di frontiera dell’Italia sul Mediterraneo, affronta da tempo, e in modo particolare negli ultimi due anni, i sempre più costanti flussi di migranti che arrivano nel nostro Paese. E lo ha fatto sempre con grande senso di responsabilità e con sana solidarietà, grazie alla generosità dei nostri sindaci e delle comunità locali. Giudico positivamente le decisioni sull’immigrazione che sta assumendo il governo, contenute all’interno di una cornice europea, per regolare l’accoglienza ma anche per estendere la possibilità di permanenza fino a 18 mesi per procedere con il rimpatrio di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale" dichiara il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
Tuttavia, - prosegue il governatore - vista anche l’emergenza delle ultime settimane, è il tempo della responsabilità da parte di tutti i territori. Se il governo vorrà aprire uno di questi centri in Calabria non mi opporrò, e mi auguro che anche nel resto del Paese nessuno si tiri indietro. Così come l’Italia chiede agli altri Paesi europei una condivisione nella gestione dell’emergenza, anche da noi occorre che tutte le Regioni facciano la propria parte senza scaricare il peso di questa crisi solo sui territori di frontiera”. Conclude nella nota il presidente della Regione Calabria.
Francia, in arrivo più controlli alle frontieri e un nuovo centro accoglienza
Nella prefettura francese delle Alpi marittime sono pronti ad aprire un centro di accoglienza per far fronte all'arrivo di persone migranti dall'Italia, trasferite dall'isola siciliana di Lampedusa: lo ha riferito l'emittente locale Bfm Nice Cote d'Azur.
Secondo questa ricostruzione, le autorità si preparano a requisire un terreno che dovrebbe ospitare la struttura nei pressi della città di Mentone, non lontano dal confine italiano e da Ventimiglia. Stando alle informazioni rilanciate dai media francesi, la Police nationale alla frontiera disporrebbe di un centinaio di posti per l'accoglienza a Pont Saint-Louis.
Potenziati intanto i controlli nelle aree collinari tra Italia e Francia, in Val Roia, nell'entroterra di Ventimiglia, e anche presso il sentiero che conduce al Passo della morte, sul valico frontaliero di Ponte San Luigi. La stretta anche sui treni, sia sulla linea Ventimiglia-Nizza che sulla Ventimiglia-Cuneo, che passa in territorio francese, e sulla Breil-Nizza, che parte dal versante francese della Val Roia per giungere nel capoluogo della Costa azzurra.