Politica
Migranti, da Draghi parole vuote. Ma la soluzione c'è. Che cosa dirà Letta?
Di Alberto Maggi
Migranti, il senso dell'incontro a Roma tra il presidente del Consiglio e il premier libico Abdelhamid Dabaiba
Come se ne esce? In realtà, spiegano fonti leghiste, leggendo tra le righe delle parole del premier in conferenza stampa la soluzione si intravede: l'Unione Europa dovrebbe "incrementare e strutturare" il proprio contributo a favore della Libia. L'Italia è determinata a continuare ad aiutare la Libia insieme ai partner internazionali. Sosteniamo l'esigenza di incrementare e strutturare il contributo dell'Ue e contiamo naturalmente sul senso di responsabilità degli amici libici".
Queste parole criptiche e non dirette celano la strategia alla quale starebbe lavorando il presidente del Consiglio, come suggerito questa mattina dal sottosegretario salviniano all'Interno Nicola Molteni. Ovvero, mutando quanto fatto per anni (e quanto ancora sta accadendo) con la Turchia, su spinta di Berlino e di Merkel, l'Ue dovrebbe, secondo la proposta italiana, aiutare economicamente la Libia affinché non faccia partire i migranti verso l'Italia.
Esattamente come fa da anni la Germania con (il cattivo) Erdogan per chiudere la rotta balcanica che tanto spaventa i solidali (a parole) tedeschi. Sostanzialmente si tratta della linea che adottò anni fa dal Viminale Marco Minniti, ministro dell'Interno Dem che non è mai piaciuto a sinistra e che ha invece trovato consenso nel Centrodestra (anche nella Lega). Il problema - spiegano tanto dal Pd quanto dal Carroccio - è che Letta non è Minniti. Anzi, semmai è il contrario. Quindi? Ecco perché Draghi si guarda bene da usare parole che vadano al di là delle frasi di circostanza.
L'INCONTRO DRAGHI-DABAIBA A ROMA