Politica

Renzi, Mineo e la "donna bella decisa"


Scoppia il caso Mineo nel Pd e nel governo. Tutto nasce dalle rivelazioni del premier a Bruno Vespa per il suo libro 'Donne d’Italia': "Corradino Mineo? - dice Renzi - Un anno fa annunciò le dimissioni da senatore dopo aver offeso in modo squallido i bambini autistici. Disse: ho sbagliato, me ne vado. E' sempre lì, a spiegare come va il mondo. Al massimo si dimette dal Pd, ma la poltrona non la lascia, per carità".

L'ex direttore di Rainews24 scrive una nota durissima. "So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente".  Ma non solo. "So - aggiunge infatti Mineo - quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa. Fino al punto - rincara - di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo". "Io so, ma non rivelo i dettagli di conversazioni private", rivendica l'ex direttore di Rainews24. "Non mi chiamo Renzi, non frequento Verdini, non sono nato a Rignano", dice ancora.

Apriti cielo. Mineo, rispondendo ad Affaritaliani.it alla domanda 'chi è la donna "bella e decisa"?', risponde: "Non me ne frega niente. Non ho interesse a parlare di questo cose. Non sto a questo gioco, fate pure tutte le illazioni che volete. Leggete e interpretate le mie parole come volete".

Ma la donna? Mineo replica secco: "Il mio è un discorso rivolto a lui, non mi interessa fare gossip. Montate pure la panna reale. Il vero dato è che quest'uomo rende pubbliche conversazioni private dopo averne modificato il senso e averle manipolate per usarle contro di me in un momento così delicato. Quest'uomo (Renzi, ndr) ha dei problemi e non è una persona normale".

Ma torniamo alla nota di Mineo. Il passaggio più scottante è certamente quell'ambiguo "lui sa che io so" e, ovviamente, la comparsa di quella "donna bella e decisa" capace di far sentire "subalterno" un politico, il premier, perennemente impegnato a mostrarsi sicuro e vincente.

Mineo, da esperto giornalista, getta in pasto ai media quell'amo a cui è impossibile non abboccare. E da lì partire per dare risalto alla sua rivincita. Perché, secondo Mineo, è Renzi il vero colpevole, per aver rivelato "conversazioni private" con l'obiettivo di infangare "per paura di essere infangato". Ma, ricorda appunto l'ex senatore democratico, "sa che io so". Per Mineo, dunque, "Matteo Renzi non ha stile". Uscito dal gruppo dem al Senato a fine ottobre, al termine di quello che lui stesso ha definito un "processo sommario" architettato dal capogruppo Zanda, durante il quale, aveva spiegato, gli era stato "contestato un tweet sulla scuola o il fatto che il Movimento 5 Stelle abbia applaudito un mio intervento", Mineo non ha dato le dimissioni da senatore, venendo con questo accusato di incoerenza. "Non ho mai manifestato l'intenzione di dimettermi dal Senato - si difende lui nella nota -, se non in un sms che mandai proprio a lui (Renzi, ndr), disgustato dall'attacco volgare e strumentale che mi aveva mosso davanti all'assemblea del Pd, dopo la vittoria alle Europee. Fu Gianni Cuperlo a riprendermi per i capelli e spiegarmi che la politica, ahimè, è anche questo: scorrettezza cialtrona, e che bisogna saper resistere. Poi Grasso mi ricordò che avevo un mandato da onorare".

D'altronde, ribadisce ancora una volta Mineo, "io non ho bisogno della poltrona, a differenza di qualcun altro. Ho lavorato per 40 anni, salendo passo dopo passo il cursus honorum, da giornalista fino a direttore. Probabilmente ho ancora mercato, potrei tornare a fare quello che ho dimostrato di saper fare". Ma "non ora" punta i piedi Mineo, perché "ho preso un impegno accettando la candidatura che Bersani mi propose nel 2013 e lo manterrò, quell'impegno, in barba a chi vorrebbe asfaltare il dissenso".

Ecco, il dissenso. Nella nota di Mineo torna un altro passaggio del suo tormentato rapposto col premier e segretario Pd. Nel giugno 2014, il senatore definì Matteo Renzi "un bambino autistico, che vorresti proteggere perché tante cose non le sa". Mineo, assieme a Vannino Chiti, era appena stato sostituito in Commissione affari costituzionali del Senato per decisione dell'Ufficio di presidenza del gruppo. La risposta di Renzi arrivò davanti all'assemblea nazionale del Pd: "Di me potete dire quello che vi pare, ma quella frase ha offeso quelle famiglie che hanno un figlio disabile. Non è giusto per chi vive una situazione di sofferenza".

Ecco, quella risposta a Mineo non è andata proprio giù. Per oltre un anno è rimasto annotato sulla sua agenda come un conto aperto. Il momento del saldo è giunto, se nella nota Mineo riparla dei "bambini autistici", che fu "Renzi a strumentalizzarli nel modo più squallido per spianarmi. Li ha usati per strappare un applauso in assemblea e non ha fatto poi seguire un solo provvedimento per andare incontro alle tante famiglie in difficoltà". Ma, e qui Mineo torna giornalista, "i fatti hanno la testa dura".