Abodi sfiderà Tavecchio per la Federcalcio? E Barbaro (ASI) chiede più fondi
Per Barbaro (ASI) il calcio deve fare un esame di coscienza. Più fondi per gli altri sport dalla torta dei diritti tv
Ha rotto gli schemi a Fiuggi, in concomitanza con la IX assemblea elettiva dell'ASI (ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI), Claudio Barbaro rieletto presidente all'unanimità. Il tema annoso era quello delle risorse per gli altri sport, ovvero tutto ciò che non è calcio. Barbaro, già "colonnello" di Gianfranco Fini prima in AN, poi nel PDL e infine in Futuro e Libertà per l'Italia (è stato parlamentare nella XVI legislatura), ha lanciato l'idea, per nulla peregrina, di destinare una percentuale (da definire) della "torta" dei diritti tv del calcio professionistico di serie A (circa 1,2 miliardi di euro) al mondo degli altri sport, puntando a valorizzare proprio il settore degli enti di promozione sportiva. L'ASI oggi vale 790 mila iscritti e più di 10 mila società diffuse sull'intero territorio nazionale (con una crescita rispettivamente del 150 e del 100 per cento). Praticamente un "partito" su base nazionale, tant'è che prima Andrea Abodi (in odore di lanciare la sfida a Carlo Tavecchio per la poltrona della Federcalcio) e soprattutto Gianni Alemanno (tra i fondatori insieme a Francesco Storace di Polo Sovranista) si sono fatti vedere nella bassa Ciociaria, un tempo "regno" di Ciarrapico e del sistema termale del territorio laziale. Barbaro promette battaglia e c'è da credergli visto che nella precedente legislatura per difendere l'onore di Fini non ebbe paura a sferrare un micidiale uno-due al leghista Fabio Raineri (finendo sulla prima pagina del New York Times). Adesso Barbaro sferra l'attacco al mondo del calcio, troppo geloso del valore dei diritti tv da dividere questo tesoretto con gli altri attori del mercato dello sport (non solo professionistico) tricolore.